Milano a colori: tra arte urbana e angoli nascosti
Da quando vivo a Milano, e non la transito e basta, ho provato a scoprirne le bellezze nascoste. Da palazzi che agli occhi di tutti potevano semplicemente trovarsi lì, come quelli liberty in zona Porta Venezia, ai musei e le loro caffetterie. Fino ad arrivare al quartiere in cui abito; ovvero Gorla, la piccola Parigi milanese.
Indice
Questa volta invece, grazie a Milano Sguardi Inediti e al team di ComeHome, ho potuto compiere un itinerario alla ricerca della street art partendo da Crocetta fino ad arrivare alle colonne di San Lorenzo e alla Darsena.
Ma prima di scoprire una MIlano a colori, occorre fare colazione.
Panarello, dolci artigianale di qualità
Panarello è la storica pasticceria genovese che dal 1885 prepara dolci artigianali di qualità.
I profumi ed i sapori rivelano il connubio tra materie prime di elevata qualità ed il rispetto per una lenta e attenta lavorazione.
Qui si possono trovare dalla piccola pasticceria fresca, alle torte personalizzate, ai biscotti confezionati fino alla linea speciale come i biscotti senza glutine. Tutti prodotti che racchiudono una tradizione centenaria.
Ed a Milano è possibile gustare queste dolcezze in zona Crocetta, Corso di Porta Romana.
Il consiglio è quello di assaggiare il Kranz, un dolce che ha origini austroungariche anche se i pasticceri lombardo-veneti hanno dato una nuova interpretazione alla sua ricetta originale. Una prelibatezza a lenta lievitazione naturale arricchita con uva sultanina e frutta candita italiana. La tipica forma a treccia viene realizzata manualmente e rifinita con granella di zucchero.
Crocetta, e la storia di Milano
Il tour “Milano a colori: tra arte urbana e angoli nascosti” inizia in Via San Calimero, nel quartiere Crocetta.
Il termine Crocetta indica una croce stazionale. Venivano poste nei crocevia con accanto piccoli altari, in funzione di chiesa all’aperto, durante le epoche flagellate dalla peste.
Collocate in luoghi di gran passaggio, permettevano anche agli ammalati di seguire le funzioni religiose pur rimanendo nelle loro case.
Qui si trova l’Archivio Storico Diocesano ed una delle opere più straordinarie di Ivan Trisaldi.
Lettere in rosso e in nero vergate come se il muro fosse una pergamena.
Solo soffermandosi ad osservare si possono leggere parole come “divino”, “mistero”, “scoperte” e “libertà”.
L’artista, già noto come poeta di strada, è stato scelto dall’Istituto Ortopedico Gaetano Pini per festeggiare il suo 140° anniversario. Il lavoro, sostenuto da Fondazione Cariplo e con il patrocinio del Comune di Milano, è nato per riqualificare l’ospedale, coinvolgendo le realtà adiacenti.
WallArt e Milano a colori
Piazza Cardinal Ferrari si trova in zona Crocetta e di questa racconta molto. Una passeggiata tra i suoi palazzi svela il carattere altezzoso del quartiere. Svela anche chi può permettersi ancora di abitarvi: sciure e sciuri milanesi. Non sembrerebbe un luogo votato alla street art. Eppure, uno dei recenti progetti più affascinanti si trova proprio qua, sul muro della Visitazione. L’iniziativa, denominata WallArt.
Il muro del convento della Visitazione è lungo 150 metri, divisi fra i volti di 12 illustri milanesi e citazioni di altri nomi altrettanto celebri. I primi piani di Gaber, Iannacci, Ferrè, Gio Ponti, Gadda, Alda Merini, Franca Rame creano un dialogo continuo con frasi di Nietzsche, Seneca, Morandotti e Aristotele, fra gli altri.
Gli autori sono gli Orticanoodles, gli stessi che hanno reso il quartiere Ortica, periferia di Milano, un museo a cielo aperto.
Via Mulino delle Armi
Da Crocetta, camminando tra le vie storiche della città, si arriva nel giardino della Basilica di Santa Maria dei Miracoli presso San Gelso. Poco distante si trova invece Via Mulino delle Armi.
Quante volte siete passati da via Molino delle Armi senza chiedervi il perché del suo nome? Per quanto intuitivo possa sembrare, il tratto di cerchia interna dei Navigli nasconde dei segreti che un viaggiatore attento non può ignorare.
Il nome via Molino delle Armi venne assegnato ufficialmente durante la seduta del Consiglio Comunale del 13 settembre 1865 perché esisteva un antico mulino che serviva ad arrotare le armi.
Infatti lungo la cerchia interna c’erano armaioli che si servivano dell’acqua per forgiare le loro spade o coltelli. E anche se esisteva più di un mulino lungo la via, solo di un gruppo riusciamo a ricostruire l’esatta posizione.
Ancora camminando per questa grande arteria stradale è possibile vedere i segni del naviglio ormai scomparso, soprattutto guardando i dettagli nei palazzi tra porte e finestre come se fossero posizionati per avere a che fare con le acque invece che con il cemento.
Energy box
In via Mulino delle Armi è poi possibile ammirare alcune delle “Energy Box” ideate a settembre 2015 dal writer milanese Davide ‘Atomo’ Tinelli che rendono ancora di più Milano a colori.
Questo progetto, che ha trasformato Milano nella prima galleria metropolitana a cielo aperto d’Europa, ha visto la collaborazione di una cinquantina di urban artists (tra cui anche Pao e Bros).
Le opere
Gli artisti hanno avuto carta bianca per ridipingere circa 150 colonnine dei semafori trasformandole in vere e proprie opere d’arte permanenti.
Queste opere sono visibili in centro come in periferia.
Inutile dire quanto questa iniziativa è stata apprezzata da tutti, me compresa, perché vi assicuro che capita anche abbastanza spesso di girare nel traffico di Milano, stare fermi al semaforo, e scorgere sul marciapiede queste colonnine tutte colorate che mettono di buonumore.
Milano Street History
Nel Maggio 2014 11 artisti si presentano sul sagrato di San Lorenzo, antica e suggestiva Basilica di Milano, con pennelli, bombolette, trabattelli e secchi di vernice. Hanno progetti e bozzetti da realizzare.
Sono stati chiamati da Augusto Casolo, il parroco di San Lorenzo, perché vuole raccontare nel pieno centro di Milano la storia della città su un muro di cinta in via Pio IV, tra piazza della Vetra e Porta Ticinese.
Il suo scopo è quello di fissare sul muro le tappe storiche che hanno reso Milano un luogo aperto, d’incontro e di cultura e per farlo ha scelto la street art così da rendere Milano ancora di più colori.
Così noi, in questo 2020 così strano, ancora camminando in zona Colonne di San Lorenzo ci possiamo imbattere nel vescovo Ambrogio, in Napoleone, Verdi e Manzoni stampigliati sul muro a rendere omaggio alla storia di questa città che non deve dimenticare le proprie origini e la propria grandezza.
Corso di Porta Ticinese
“Via dell’Ironia non è una conseguenza, è una necessità!”. È questa l’alternativa “toponomastica” che, per anni ha accompagnato corso di Porta Ticinese\Colonne di San Lorenzo.
Tra polemiche e denunce, malumori di residenti o commercianti, monta anche – di contro – l’entusiasmo di giovani e studenti che ogni giorno, fino a notte fonda, popolano il “corso” nevralgico della “indie-movida” meneghina: la nota strada sta infatti trasformandosi, via via, in un esperimento che attraverso l’arte di strada è riuscita ad uscire dal degrado urbano per diventare polo attrattivo per artisti, designer e street artist internazionali.
Così, ogni saracinesca si è trasformata in superficie creativa, su cui si srotolano testi umoristici, freddure, citazioni, versi, battute, pensieri.
Ed è qui, avvicinandosi alla Darsena, che grazie a questo tour, ho scoperto uno dei contrasti più interessanti della città.
Infatti è qui che proprio davanti alla Basilica di Sant’Estorgio, legata alla tradizione meneghina dei magi, si trova Vicolo Calusca, che in passato era una specie di via a luci rosse come era facile trovare nei vecchi porti di tutto il mondo.
Infine la Darsena
La Darsena è il cuore liquido di Milano: è una frase che si sente dire spesso in giro. E, in effetti, è proprio così: la storia di Milano, la sua anima e il suo cuore sono strettamente legati all’acqua.
Nonostante sia parecchio lontana dal mare e non sia nemmeno in riva a un lago e tanto meno a un fiume, Milano è una città d’acqua perché è nata lungo la “linea delle sorgive”, in un punto in cui sembra che tutte le acque confluite a valle dalle Alpi si siano date appuntamento per creare una miriade di fiumi, torrenti e laghetti.
Milano città d’acqua
Milano è veramente una città d’acqua, anche se sarebbe più corretto dire che lo è stata, e la Darsena è uno degli ultimi simboli rimasti di un luogo che non c’è più.
Un luogo oramai lontano anni, secoli, dove lungo le vecchie mura spagnole non si srotolavano strade intasate da auto, moto e camion, ma canali solcati da chiatte e barche. Oggi, dopo un lungo periodo di oblio e degrado, la Darsena, il cuore liquido di Milano, è stata rimessa a nuovo ed è diventata uno dei punti di riferimento della vita, diurna e notturna, milanese.
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Post in collaborazione con Milano Sguardi Inediti e ComeHome per raccontare una Milano sempre più a colori.