Oasi Galbusera Bianca e le persone che la popolano
Gaetano Besana, fondatore dell’Oasi di Galbusera Bianca ha mille vite; da fotografo di moda è diventato imprenditore e ha creato questa meraviglia in un angolo di Brianza.
Lidia, nuova collaboratrice di Lunedì a Colazione l’ha intervistato per noi.
La parola a Gaetano Besana
Cosa ti ha spinto a fermarti sulle colline della Brianza?
La risposta è semplice, la stessa per molti. La pace che ti trasmette la terra con i suoi cicli naturali e con il suo silenzio, unica risposta alla vita vera, quella che faticosamente cerchiamo nella materialità, fonte di felicità virtuale, di veloce consumo, e di poca permanenza nell’anima e nella memoria.
Ho ereditato un appezzamento di terra da mio padre ed ho cominciato ad avvicinarmi alla terra e poi nel 1998 ho deciso di acquistare dei terreni con un borgo abbandonato vicino al Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone.
Dopo tredici anni dedicati alla ristrutturazione è nata l’Oasi di Galbusera Bianca, regno della biodiversità, delle qualità antiche e della creatività.
Se potesse descrivere in tre parole questo luogo quali userebbe ?
Prima di tutto “Paradiso” perché il mio desiderio è quello di far vivere un’esperienza da paradiso terrestre a chi arriva in Oasi, poi “Biodiversità” perché è stato mio impegno fin da subito sostenere una produzione che fosse il più rispettosa possibile per il nostro pianeta. Ed infine “Accoglienza”, ma questo lo faccio scoprire a voi.
Gaetano parliamo di numeri ?
Il borgo agricolo sostenibile affiliato al sistema Oasi di WWF è composto da venti ettari tra boschi e colline terrazzate in cui si coltivano ortaggi e tanta frutta autoctona.
In più ci sono centoventi varietà di mele, sessanta di pere, trenta di fichi, venti di prugne, sessanta di pomodori, che vengono lavorate e trasformate in marmellate e conserve direttamente nel complesso agricolo.
Ma oltre la terra ho voluto creare un vero e proprio agriturismo con undici camere tematiche dal gusto rurale. Ognuna arredata in modo singolare, alcune con vecchi mobili della mia famiglia, e altre con oggetti provenienti dai vari paesi del mondo che ho visitato e sono diventati parte del mio vissuto e ora diventano parte del vissuto di chi passa da Oasi per un pranzo, una sosta o un soggiorno di qualche giorno.
A completamento di quest’oasi verde ho pensato anche ad un’osteria bio cucina naturale.
Devo dire che per noi, qua in Oasi, è stata un vero e proprio rinnovamento; abbiamo trovato nuovi spazi, abbiamo rivisto tanti criteri di lavoro e abbiamo capito che bisogna adattarsi al cambiamento e non combatterlo.
Così siamo usciti dagli standard e abbiamo avuto modo di ripensare al menù, non solo come piatti, ma come proposta di cucina, ma anche gli spazi sono diventati diversi; il fienile è stato adibito a spazio di ristorazione e abbiamo fatto in modo che il distanziamento non fosse un limite, ma una risorsa.
Prima di salutare Oasi abbiamo avuto anche modo di fare qualche domanda allo chef Andrea Mileti che ci ha raccontato di come è cambiato il suo modo di approcciarsi alla cucina con il suo arrivo in Oasi di Galbusera Bianca e al rapporto professionale e umano con Gaetano Besana.
La parola a chef Andrea Mileti
Come è cambiato il suo modo di vivere la cucina da quando è in Oasi ?
La premessa è che io vengo da quella che per molti è la “cucina classica”. Ovvero quella della ristorazione che tutti si aspettano quando si va al ristorante. Arrivare in Oasi è stato un grande cambiamento perché ho dovuto stravolgere completamente il mio modo di concepire i piatti che facevo.
Uno come Gaetano poi ti chiede completamente di uscire dai margini e dagli standard. E così è stato per me che ho cominciato a rivedere tutte le mie creazioni e ripensare alle modalità di preparazione e all’impiattamento. Ogni giorno è una sfida.
Ci puoi fare qualche esempio ?
Certo, qui non si parte mai dal piatto che si vorrebbe fare, ma dalle materie prime, dal territorio, dai prodotti che si possono trovare e “scambiare” con i vicini. E’ il km0, la stagionalità e il ciclo della terra che definisce piatti, menù e innovazioni.
In questo momento, come avete potuto sperimentare, sto lavorando sull’affumicatura e il servizio di cupole di vetro, direi che per i clienti è un vero piatto sensoriale che coinvolge a 360 gradi.
Così come accade per le cene romantiche in camera o le cene esperienziali sotto il tendone. L’idea è quella di lasciare senza parole coloro che arrivano in Oasi e augurarsi che ritornino come spesso accade con i nostri clienti della domenica.