10 luoghi insoliti da visitare a Milano
Milano è una città dalla bellezza nascosta, ma a chi ha voglia di scoprirla regala angoli di pura meraviglia.
Per conoscerla e apprezzarla davvero bisogna;
Indice
- perdersi tra le sue vie meno trafficate
- sbirciare nei cortili
- affacciarsi nei palazzi dalla doppia vita e doppia personalità – seria all’esterno, incredibilmente viva e sorprendente all’interno
- entrare nelle chiese
- perdersi nei quartieri, apparentemente meno conosciuti.
Che siate milanesi doc, d’adozione o solo in visita, vi portiamo a scoprire dieci luoghi che in pochissimi conoscono o che stanno emergendo adesso, soprattutto su Instagram.
Ma vi assicuriamo un cosa; queste stranezze vi resteranno nel cuore.
Ringrazio Desiree, che dopo l’articolo su Porta Romana, oggi mi aiuta a portarvi con noi alla scoperta dei 10 luoghi insoliti da visitare a Milano.
5 luoghi insoliti da visitare a Milano scelti da Linda
Via Lincoln
Il Villaggio operaio di via Lincoln è un piccolo angolo edificato alla fine dell’800 da una cooperativa operaia. E’ una strada ricoperta di ciottoli, le casette sono tutte colorate, con giardini curati pieni di fiori colorati e piccoli nanetti e alberi favolosi come palme, magnolie e gelsomini. Un luogo quasi magico.
Siamo in Zona Risorgimento e tutto intorno ci sono alti palazzoni che non permettono, da lontano, di comprenderne la bellezza e la vera eccezionalità che porta qui non solo turisti e milanesi.
Chi arriva qui si innamora delle casette variopinte che ricordano vagamente quartieri pittoreschi come Notting Hill a Londra, o le coloratissime case di Burano vicino Venezia.
Qui i colori si susseguono, passando dall’azzurro al lilla, dal rosso al verde ed al giallo, in un’armonia davvero delicata.
Il Castello di carte
All’incrocio tra viale Berengario e via Benedetto Brin, nell’area di CityLife, passeggiando per gli edifici residenziali signorili della zona, si può trovare un castello di carte perfettamente instagrammabile.
Non molti conoscono questo posto, tanto che quando i passanti lo vedono suscita un’improvvisa curiosità, quasi spaesamento.
La piramide di carte alta quanto una casa e illuminata la sera si trova davanti a castello Pozzi; un edificio costruito nel 1929 dal Cav. del Lavoro Claudio Tridenti Pozzi, il re della moda milanese dal 1876, e che ospita molte collezioni private.
Pochi sanno il significato di quest’opera e forse è proprio questo che gli dà fascino. Ognuno è libero di sognare e di vederci quello che vuole, ma allo stesso tempo tutti ci trovano sana follia, creatività e immaginazione.
È per questo che sembrerebbe che l’opera sia nata dalla volontà di celebrare il genio Fiorucci, il suo marchio e quello di Missoni; ma allo stesso tempo unire l’arte e la moda e mostrarla a tutti.
Il villaggio dei giornalisti e le case igloo
A Milano, nel quartiere Maggiolina, nascoste tra centri commerciali e grattacieli, spiccano delle insolite abitazioni. Indubbiamente, le case a Igloo, suscitano, con la loro presenza, interesse e meraviglia.
Erette in quello che è divenuto il cuore del Municipio 2, la storia delle case a Igloo inizia nel dopoguerra e si protrae fino al giorno d’oggi creando uno dei luoghi insoliti di Milano.
Per comprendere il significato delle case a Igloo, si deve immaginare una Milano devastata dai continui bombardamenti compiuti dagli Alleati; una città che tentava, con tanto desiderio di riuscirci, a rialzarsi. Siamo nel 1946, anno in cui l’ingegnere Mario Cavallè, uno dei massimi esperti di architettura dell’epoca, creò il progetto di queste estrose e geniali mini abitazioni.
Originariamente, le case a Igloo erano otto. Oggi, nel quartiere Maggiolina e, più precisamente, in via Lepanto, se ne possono vedere ancora sei di cui una completamente abbandonata.
San Bernardino delle ossa
Luogo religiosamente macabro è la chiesa di San Bernardino alle Ossa. Al suo interno infatti è possibile trovare le pareti decorate con resti umani di diversi periodi storici. Questa usanza, oltre a rappresentare un costante “memento mori”, deriva da un fattore pratico.
I becchini del cimitero non riuscivano a seppellire i nuovi defunti e per questo decisero di dissotterrare dei vecchi scheletri, stipandoli in una camera. Da quell’unica stanza poi iniziò la costruzione di questo complesso religioso.
Entrando nella chiesa e percorrendo il corridoio sulla destra si accede all’ossario. Nella volta risiede l’affresco di Sebastiano Ricci “Trionfo di anime in un volo di angeli”, che ritrae l’ascensione delle anime purganti al Paradiso.
La suggestiva situazione, rende la stanza come un vero angolo del Purgatorio. Le pareti e i soffitti sono ricoperti da centinaia di teschi e ossa, declinato con uno stile che strizza l’occhio all’ottocentesco stile rococò; teschi, omeri, tibie, femori si alternano come tetri e ricchi ornamenti.
In ogni singolo dettaglio, i resti di antichi scheletri si incaricano di ricordarci la caducità della vita.
La Fornace Curti
La Fornace Curti, in via Walter Tobagi n.8, è l’unica e ultima fornace ancora attiva a Milano per la lavorazione dell’argilla, ma è anche un luogo di pace in cui rifugiarsi per un momento di relax, essendo quasi una sorta di “mini borgo” all’interno della città.
Le origini della fornace risalgono al XV secolo quando, al servizio degli Sforza, produsse le formelle per la Certosa di Pavia e l’Ospedale Maggiore.
Nonostante i vari cambi di sede nel corso dei secoli, la Fornace Curti è da sempre il punto di riferimento per quelle decorazioni in cotto, dettagliate e finissime, che caratterizzano la produzione decorativa lombarda.
È infatti dalla Fornace Curti che escono le decorazioni non solo della Ca’ Granda, ma anche dell’Abbazia di Morimondo, della Certosa di Pavia, dell’Arcivescovado di Milano, di Santa Maria delle Grazie, dell’Abbazia di Chiaravalle, del Duomo di Monza, del Teatro Fossati e di tutti quegli edifici “ricchi e rossi” sparsi per tutta la città di Milano.
5 luoghi insoliti da visitare a Milano scelti da Desiree
La chiesa piú corta di Milano
A pochi passi da Largo Cairoli, all’angolo tra via Giulini e via Porlezza, in una zona seppur centrale poco trafficata, si trova la chiesa più corta di Milano. Soli 72 mq recuperati da quel che restava di un’antica chiesa benedettina ormai demolita. Davvero curioso osservarla da una certa angolazione perché pare tagliata di netto da una mano aliena.
Ma questo non è il solo suo primato, se così si può dire: è infatti intitolata a ben tre santi! E’ la Chiesa dei santi Sergio, Serafino e Vincenzo e oggi è una parrocchia destinata al culto ortodosso.
Ci sono altre stranezze di fronte alla chiesa che meritano uno sguardo di attenzione: un insolito anfiteatro fatto a gradoni di origini sconosciute dove si raduna la comunità ortodossa la domenica dopo ala messa e “la casa tagliata a metà in orizzontale”, un muro perimetrale con ancora cancello e portone di un’abitazione che non c’è più e che è adibito tristemente a parcheggio.
Insomma una concentrazione di stranezze dietro un angolo poco frequentato annegato nel rumore dei numerosi cantieri aperti nelle vicinanze.
La galleria delle celebrità perdute
Vicino a San Babila in Largo Corsia Dei Servi, si apre un passage couvert buio e lasciato al degrado che riserva però una sorpresa; si tratta della Walk of Fame milanese!
Nasce negli anni ’90 sulla scia del successo dei Telegatti (ve li ricordate gli Oscar della tv?),
in questa galleria aveva infatti sede il settimanale Tv Sorrisi e Canzoni, ideatore del programma.
Se vi trovate a passare di lì per caso per andare verso corso Europa, forse non ve ne accorgerete nemmeno, ma sotto ai vostri piedi ci sono delle grandi formelle con le impronte dei vips di quegli anni;
- Sigourney Weaver, l’eroina della saga Alien
- Sharon Stone, bomba sexy in Basic Istinct
- Patrich Swayze, indimenticabile in Dirty Dancing
- registi come Francis Ford Coppola
- personaggi celebri come Raimondo Vianello e Sandra Mondaini
- la grande Sophia Loren.
Un progetto la cui realizzazione è andata via via esaurendosi lasciando che questa distesa venisse abbandonata e scordata; addirittura la struttura del dehor di un bar è montata direttamente sulle firme di alcuni famosi e quando piove l’umidità ristagna nei prestigiosi solchi.
Il vicolo cieco, ma in ascolto
A me piace chiamarlo così. Vi è mai capitato a Milano di svoltare in un vicolo ed essere avvolti all’improvviso dal silenzio, sottratti al caos del traffico mentre il tempo sembra rallentare? Ecco come potreste sentirvi a imboccare il Vicolo delle Monache (o Vicolo Gazzana) che collega via Lanzone a via de Amicis, un passaggio riqualificato di recente in modo eccellente.
A questa piacevole sensazione aggiungete lo stupore nel vedere un’intera facciata di una vecchia casa con le finestre murate e degli strani bassorilievi a forma di orecchie giganti: “non ci vede ma ci sente”!
Si tratta delle opere degli Urbansolid, artisti che hanno cosparso la città di sculture che sembrano emergere dai muri come cervelli con accanto il simbolo del wi-fi, corpi nudi, volti e orecchie colorate appunto. E voi? Li avete mai visti?
La via più stretta di Milano
É come un restringimento arterioso nel cuore della città, un budello dove però ancora possono circolare le auto in un unico senso, una specie di cicatrice buia dove riecheggiano gli orrori che qui si consumarono ad opera del primo serial killer italiano, Antonio Boggia.
Si tratta di via Bagnera che collega Via Nerino a Via Santa Marta nel quartiere più antico della città, denominato anche Cinque Vie. Uomo rispettabile e di cultura, il Boggia iniziò ad uccidere nel 1849: avvicinava le vittime con l’amicizia fino a farsi delegare la gestione patrimoniale, poi le colpiva a tradimento, ne faceva i corpi a pezzi e li nascondeva nel suo garage-ufficio sito proprio in via Bagnera.
Verrà smascherato perché un anziano signore riuscirà a sfuggire ai suoi colpi di scure.
Al processo Antonio Boggia si finse pazzo, ma fu condannato a morte per impiccagione, eseguita l’8 aprile del 1862. Questa fu l’ultima condanna a morte di un civile a Milano, curioso vero?
Attraversare la stretta via quindi è come lasciarsi percorrere da un brivido e farsi prendere da una morsa claustrofobica che sparge un po’ di inquietudine dentro.
La casa clone
Percorrendo Via Poerio non si può non notare una casa che spicca per la sua particolare architettura nordica. L’aspetto comunque non è la sua principale peculiarità, si tratta infatti dell’unico esemplare europeo di 12 case ebraiche identiche sparse in tutto il mondo, ed è proprio qui a Milano!
Una delizia neogotica che intreccia curiosità e storia e che stupisce per la sua insolita collocazione. È praticamente la riproduzione della casa al 770 di Eastern Parkway di Brooklyn in America, appartenuta alla famosa dinastia di ebrei ortodossi dei Lubavitcher diventata poi di proprietà del rabbino Schneerson, personalità di spicco della comunità ebraica mondiale dell’omonimo movimento.
La costruzione di case gemelle nel corso degli anni sparse nel mondo ha rappresentato un segno di elogio e devozione per i seguaci del rabbino.
La casa milanese è diventata un’importante centro di aggregazione e punto di riferimento per la comunità ebraica della città, nonché una stranezza che si può ammirare piacevolmente a pochi passi da Porta Venezia.
Cosa fare a Milano
Dopo aver scoperto l’autenticità e la particolarità di questi luoghi milanesi queste sono alcune delle attività che non potete perdere per visitare la città tra visite guidate e esperienze particolari;
Aspettiamo nei commenti i vostri luoghi insoliti da visitare a Milano. Avete altre stranezze, bellezze e particolarità da consigliarci ?
Le foto dei 5 luoghi insoliti di Milano scelti da Desiree sono scattate da Desiree stessa.
—
Ciao sono Désirée Coata, scrittrice, content creator e Instagram specialist. Lavorare con i social coniuga il mio amore per scrittura e creatività con un’empatica propensione alle relazioni. Sono un’instancabile esploratrice di luoghi armata di stupore bambino e cuore emozionato. Creo itinerari urbani per gente curiosa, ho una rubrica noir su delitti e misteri, amo raccontare la mia Milano scrivendo di buio, cemento e beltà.
•Link al profilo Instagram MILANO PER ME