Dove fare colazione a Bergamo
Bergamo, in Lombardia, è una destinazione unica, da visitare in ogni momento dell’anno, fra mura antiche e paesaggi incantevoli.
Indice
Oggi la sua vocazione turistica si esprime anche attraverso percorsi gastronomici che beneficiano di prodotti della tradizione locale. Da non dimenticare formaggi e salumi, farine per la polenta e miele, grappa e arte dolciaria.
Sul fronte dolce è ancora la polenta a essere celebrata. Qui si trova “polenta e osei” ( pan di spagna con gli uccelletti realizzati in marzapane ricoperto di cioccolato), che imita il più noto piatto salato; questo è un dolce soprattutto per turisti e viaggiatori.
Ma vediamo insieme 4 luoghi dove fare colazione a Bergamo. Consigliati proprio da due local d’eccezione.
La Marianna
Accanto a Porta San Alessandro sorge un accogliente locale dove si possono gustare gelati, torte e pasticcini realizzati artigianalmente.
La Marianna è così uno dei locali tra i più famosi della città.
L’interno è un po’ retrò e il servizio efficiente e attento.
Con la bella stagione potete sorseggiare il vostro caffè nei tavolini antistante al bar, con vista sul Colle aperto.
Ogni anno il bar-ristorante La Marianna accoglie i viaggiatori di tutto il mondo sfoggiando prodotti freschi e gustosi, a cui è impossibile dire di no.
E tra queste pietanze saporite non ci si può scordare del gelato alla stracciatella, la combinazione vincente di cioccolato e fiordilatte.
Ma quali sono le origini della stracciatella e perché si chiama così?
Forse non tutti sanno che questo gusto è nato intorno agli anni ‘50 proprio qui a Bergamo, dentro “La Marianna”.
Il merito di questa appetitosa invenzione si deve a Enrico Panattoni. Trasferitosi dalla provincia di Lucca a Bergamo Panattoni riuscì ben presto a conquistare il cuore dei bergamaschi grazie alla sua produzione artigianale di gelato.
Il ristoratore voleva dare vita a un’idea che da tempo gli ronzava in testa. Dato che in quel periodo i clienti chiedevano spesso di poter assaggiare la celebre stracciatella alla romana, un piatto a base di brodo di carne, uova, sale e parmigiano, Panattoni voleva creare un gelato che avesse la stessa popolarità del celebre consommé laziale.
Ma non solo. Il nuovo gusto doveva rispecchiare la tecnica di preparazione della minestra servendosi ovviamente di altri ingredienti. Quindi, l’uomo cercò un modo per unire il cioccolato alla panna senza però fargli perdere di consistenza. Il procedimento doveva ricordare l’uovo della stracciatella romana, che, una volta immerso nella minestra, si coagula e sprigiona così tutto il suo sapore.
Panattoni inserì dunque una dose di cioccolato fondente caldo nel fiordilatte soggetto a mantecatura. Il movimento delle pale del mantecatore “stracciò” il cioccolato in piccoli pezzi mentre questo si stava solidificando.
Ed ecco come il gelato assumeva a poco a poco il caratteristico aspetto che tutti noi conosciamo!
Il dolce Donizetti
Dopo aver scoperto la storia del dolce “Polenta e Osei” oggi non posso che raccontarvi la storia di un altro dolce. Anche questo lo si può assaggiare sempre a “La Marianna” ed è la Torta Donizetti.
E’ un dolce semplice e veloce, simile alla torta Margherita – quella della domenica a casa dei bergamaschi-; dalla tipica forma a ciambella e con l’aggiunta di albicocche e ananas canditi e aromatizzata con vaniglia e maraschino. Scopriamo insieme la leggenda che si cela dietro a questa deliziosa ricetta e la vera storia a molti sconosciuta.
Torta Donizetti: la leggenda
Esistono due versioni riguardo le sue origini, la prima è legata ad una leggenda che ha per protagonisti due grandi musicisti italiani.
Si narra che una sera il bergamasco Gaetano Donizetti e il collega e amico Gioacchino Rossini, fossero a cena insieme, ma che il primo fosse addolorato per amore.
Fu allora che Rossini, stufo di vedere l’amico afflitto e per non farsi rovinare del tutto la cena, chiese al suo cuoco personale di preparare un dolce capace di far tornare il buon umore a Donizzetti.
Il cuoco si mise all’opera e tornò vittorioso con una ciambella soffice ricoperta da zucchero a velo, che al suo interno svelava albicocche e ananas canditi con un sapore inconfondibile di vaniglia e maraschino.
La torta a quanto pare piacque molto al Donizetti e da allora tra le vie della città è facile sentir riecheggiare queste parole:
“se avete mal d’amore, basta una fetta di Turta del Donizèt e tutto passa”.
Sebbene la leggenda appena raccontata possa sembrare verosimile e decisamente suggestiva la verità è un’altra.
Infatti questo dolce non fu inventato dal cuoco di Rossini, ma creato e brevettato da Alessandro Balzer nel 1948, in occasione del centenario della morte di Donizetti (8 aprile 1848). Per chi conosce Bergamo Il Balzer è una storica pasticceria che dal 1936 si affaccia sul Sentierone, uno dei più importanti e famosi viali di Bergamo, proprio di fronte al Teatro Donizetti.
Il circolino
Il circolino, in città Alta, è un locale accogliente, nell’antico complesso di Sant’Agata, che offre un servizio di qualità e prodotti genuini provenienti dal territorio e dall’agricoltura biologica.
D’estate si può sostare all’ombra del pergolato di uva canadese nel tranquillo giardino. In inverno sarete ospitati nell’ampio salone sotto una splendida volta con affreschi del Settecento.
Il menù alla carta vanta un’ampia scelta di piatti tipici della cucina bergamasca, un servizio pizzeria e menù di lavoro. Per tutti i gusti e per tutte le tasche.
Il Circolino è la sede storica della Cooperativa Città Alta, nato come luogo di ritrovo e divenuto una vera impresa sociale con l’obiettivo di mantenere unita la comunità alla luce delle nuove trasformazioni economiche e sociali.
Ma soprattutto è una meraviglia per gli occhi vedere il restauro effettuato nell’ultimo periodo. Qui sono stati riportati alla luce antichi affreschi che adesso, sui tre piani, si integrano alle sale da pranzo e quella da conferenze. Mangiare, fare colazione o bere un aperitivo in un luogo del genere è veramente un’esperienza immersiva; rivolta non solo ai bergamaschi, ma anche ai viaggiatori.
Pasticceria Cavour
La pasticceria Pasticceria Cavour è una vera bomboniera che si affaccia sulla Corsarola di Città Alta. Il caffè appartiene alla catena dei Locali Storici d’Italia e da sempre è frequentatissimo dai turisti che affollano la via, ma anche e soprattutto dai bergamaschi. Una caffetteria con antichi affreschi dell’Ottocento che ricorda molto certi locali viennesi con le loro atmosfere di caffè letterari frequentati da artisti e intellettuali.
A tutto questo si aggiunga la pasticceria del Tristellato Da Vittorio che dal 1994 l’ha presa in gestione dal vecchio proprietario Enrico Sponza, oggi gestore del Pub dell’Angelo, e che ogni giorno sforna brioche, biscotti e viennoiserie.
Non si può non consigliare la veneziana alla crema e mandorle, da abbinare, per i più golosi, alla cioccolata preparata a mano da polvere di cacao pregiata.
Chi non si accontenta della classica brioche può indirizzarsi su una fetta di torta (gettonatissima la sfogliatina di mele) oppure su una selezione di pasticceria mignon. In ogni caso non rimarrà deluso.
Il restauro
Ultimamente ha subito un restauro che stupisce passanti e viaggatori e che lo annovera tra i posti migliori dove fare colazione a Bergamo.
Infatti il restyling di un locale storico è sempre un’operazione delicata. Da una parte, c’è quello che va assolutamente lasciato, restaurato, ripulito, recuperato. Dall’altro, c’è quello che invece va cambiato per ottimizzare gli spazi e per offrire al cliente una fruizione e un servizio al passo con le esigenze contemporanee.
Un esercizio di equilibrio che è pienamente riuscito al caffè pasticceria Cavour 1880 di Bergamo Alta che, dopo alcuni mesi di chiusura, a fine ’19 ha riaperto i battenti completamente rinnovato. Gli elementi storici sono rimasti tutti, a cominciare dalle vetrine affacciate sulla via principale di Bergamo Alta.
Varcando la soglia, si possono ancora ammirare i soffitti a volta, gli affreschi e le scaffalature d’epoca con i vasi di cristallo colmi di caramelle colorate della prima sala, dedicata al banco bar e a quello della pasticceria. Però, si nota anche che molto è cambiato, a cominciare dalla migliore qualità della luce.
Nel nuovo banco pasticceria, le vetrine sono state ribassate e non rappresentano più una barriera tra clienti e commessi, ma sono diventate un piano d’appoggio supplementare, oltre a valorizzare meglio i dolci esposti.
Caffè Tasso
Anche il Caffé del Tasso fa parte dei “Locali Storici d’Italia”.
Nato prima della scoperta dell’America come “Locanda delle due spade” (1476), perché in Piazza Vecchia si facevano i duelli, è diventato Torquato Tasso Caffè e Bottiglieria nel 1681, quando Bergamo colloca proprio a fianco del locale la statua di Torquato Tasso.
Il Caffè del Tasso è una certezza a Bergamo; i secoli passano, gli stili cambiano, ma lui resta e da qui passa la storia, al punto che nemmeno la cannonata austriaca che lo centrò nel 1849 potè interrompere questa grande tradizione di bontà.
Da sempre è crocevia di personaggi illustri, italiani e internazionali. Da qui sono passati premi Nobel come John Nash, divi di Hollywood e di Cinecittà come Charlton Heston e Ugo Tognazzi, e ancora poeti, letterati, sportivi e cantanti.
Sedetevi a uno dei tavolini, guardate le loro fotografie appese alle pareti e volate con la fantasia nel tempo e nello spazio.
Potete entrare a ogni ora del giorno: colazioni, aperitivi, ma anche pranzi e cene vi aspettano, grazie all’ottimo ristorante che serve piatti tipici della tradizione bergamasca insieme a quelli rivisitati in chiave contemporanea, privilegiando sempre materie prime locali provenienti dai presidi Slowfood.
Ma non è tutto: una rinomata selezione delle migliori etichette soddisferà i palati più esigenti.
Dopo colazione alla scoperta di Bergamo con @TravelLike
Sono tornata a Bergamo dopo poche settimane dall’ultima visita per conoscere Cristina e Silvia le ideatrici di TravelLike che nasce dalla combinazione tra anni di esperienza sul campo nel mondo del viaggio e le passioni delle due ideatrici,
Cristina e Silvia con professionalità e creatività hanno creato una vera e propria agenzia di viaggi culturale e letteraria; ovvero ideano viaggi ispirati a film, libri e serie Tv.
Qualche esempio ? L’immancabile itinerario sulle tracce dei Florio a Palermo a partire dalle pagine di Stefania Auci o il viaggio sulle rive del Garda alla scoperta dei luoghi legati a D’Annunzio e tanto tanto ancora.
Così tra un dolce e l’altro mi hanno portato a scoprire due luoghi iconici di città e non posso che segnalarvi anche a voi.
Il Lavatoio
Il primo luogo è un lavatoio, anch’esso appena ristrutturato, e riportato all’antico splendore.
Dopo l’epidemia di Colera del 1884 anche Bergamo venne dotata di tre lavatoi: uno di questi, il più conosciuto, è quello detto di via Mario Lupo.
La struttura in pietra di Zandobbio presenta una grande vasca divisa in due parti, per un totale di 22 “postazioni” di lavaggio all’avanguardia, per i tempi.
Ciascuna postazione era fornita di una bocca che forniva l’acqua, di un foro sul fondo (dotato di un tubo per chiuderlo) per lo scarico dell’acqua sporca, oltre che di scanalature che impedivano agli schizzi d’acqua di una vasca di raggiungere quella adiacente.
Per proteggere le donne impegnate nel lavaggio, il lavatoio venne fornito di un tetto, cioè una copertura in ghisa e lamiera, in stile art nouveau.
Palazzo Terzi
L’altro luogo da scoprire è Palazzo Terzi.
Due matrimoni sono all’origine dei due diversi momenti della costruzione di Palazzo Terzi: le nozze fra il marchese Luigi Terzi e la giovanissima Paola Roncalli nel 1631, e, oltre un secolo dopo, l’unione fra il marchese Gerolamo Terzi e Giulia Alessandri.
La prima fase vide l’edificazione della facciata e dell’ala meridionale del palazzo, mentre nella seconda si ampliò la piazza antistante. Arrivando di fronte all’ingresso, rimarrete colpiti dal magnifico giardino terrazzato, distribuito su vari livelli del terreno, da cui potrete ammirare un panorama senza eguali.
L’interno non è da meno: troverete stanze meravigliose: il Salottino degli Specchi, la Sala Rossa, il Salone d’Onore, pregiati esempi del barocchetto del Settecento e nella graziosa Sala del Tiepolo, al centro del soffitto, si trova addirittura una tela attribuita al Tiepolo.
Perfino il grande scrittore Hermann Hesse, capitando per caso nella Piazzetta Terzi nel 1913, ne rimase talmente affascinato da dire “uno degli angoli più belli d’Italia, una delle molte piccole sorprese e gioie per le quali vale la pena di viaggiare“.
Post in collaborazione con Travel Like che mi ha suggerito tante idee su dove fare colazione a Bergamo.