I caffè storici di Milano, tour guidato con assaggio di pasticceria
Nel 1700, caffè e pasticcerie di Milano erano ritrovo di patrioti e intellettuali. E leggendaria era la contrapposizione fra il Caffè della Peppina e il Caffè della Cecchina. Nell’era moderna, invece, al Caffè Bistrot Savini s’intrattenevano Verdi, Marinetti e D’Annunzio. Mentre al Bar Camparino re Umberto I e Edoardo VII d’Inghilterra, bevevano il Bitter.
Indice
Per scoprire queste e altre storie legate a Milano abbiamo fatto il tour “I caffè storici di Milano, tour guidato con assaggio di pasticceria”.
I caffè storici di Milano, tour guidato con assaggio di pasticceria
La visita, una sorta di passeggiata a ritroso nel tempo, a cura di Milanoguida racconta storia e aneddoti degli storici caffè milanesi; comprende con una degustazione di marron glacé della pasticceria Giovanni Galli.
La prenotazione obbligatoria ed occorre il green pass. Il ritrovo in piazza Pio XI, di fronte alla Pinacoteca Ambrosiana.
Storia dei caffè milanesi
Per comprendere il ruolo centrale che la nascita e la diffusione dei Caffè ebbero nel determinare mutamenti sociali e culturali basterebbe ricordare quando, nel loro periodo d’oro, erano il ritrovo dell’emergente borghesia in opposizione ai salotti aristocratici ed ovviamente alle osterie popolari, nonché luoghi privilegiati per il propagarsi della filosofia illuminista.
Fu però, con la Restaurazione, che a Milano sorsero i primi caffè e le prime pasticcerie “moderne”, dove si discuteva più di politica che di affari e cultura. Proprio a questo proposito, durante la visita guidata si può scoprire la storia del famoso “Caffè della Peppina”, a pochi passi dal Duomo, e del “Caffè della Cecchina”, di fronte al Teatro La Scala, e della loro leggendaria contrapposizione. E presto racconterò questa storia anche a voi.
I caffè storici di Milano
I caffè iniziano a diventare importanti centri di incontro nel 1700, quando vengono presi come punto di riferimento dall’emergente borghesia. La borghesia, in opposizione ai salotti aristocratici e alle osterie popolari, sceglie i caffè per riunirsi, discutere su ciò che sta accadendo in città, scambiarsi opinioni, studiare nuove tesi di filosofia. È proprio nei caffè che prende vita la moderna filosofia illuminista.
Se nel corso del ‘500 e del ‘600 la nobiltà non abbandona le mura domestiche, che sono insieme luogo di incontro e di scambio, è solo nel ‘700 che la borghesia milanese scende in strada e inizia a frequentare i caffè.
I caffè di un tempo erano associati alle bottiglierie e lontanissimi dalla concezione che ne abbiamo oggi; essendo il caffè una pianta ancora poco conosciuta, se ne cercavano gli effetti benefici e si consultavano gli speziali.
Purtroppo non abbiamo testimonianze certe sul primissimo caffè sorto a Milano, ma in uno scritto del 1733, Carlo Goldoni parla di come lui si vestisse di corsa per andare nei caffè a aggiornarsi sugli avvenimenti.
Con la Restaurazione a Milano sorgono i primi caffè e le prime pasticcerie “moderne”; se i caffè sono luoghi d’incontro di intellettuali e pensatori, per lo più uomini, le pasticcerie sono i posti preferiti dalle signore borghesi, che finalmente abbandonano le mura casalinghe.
I caffè di questi anni sono luoghi in cui si incontrano i cospiratori. Ecco quindi che a pochi passi dal Duomo c’era il famoso “Caffè della Peppina”, frequentato dai mazziniani che si battevano per l’indipendenza del nostro Paese, caffè totalmente in opposizione con il “Caffè della Cecchina”, situato di fronte al Teatro La Scala, dove si riunivano i sostenitori di Cavour.
Il caffè Spadari
Il tour con Milanoguida inizia da Caffè Spadari, proprio di fronte la Pinacoteca Ambrosiana.
Il caffè diviene famoso durante la Belle Époque, quando la caffetteria si unisce al marchio di pasticceria Le Tre Marie.
Le Tre Marie è un brand storico, simbolo della tradizione dolciaria milanese. Si narra che nel 1150, alcuni cavalieri di ritorno dalla Terra Santa fondarono a Milano una delle più antiche associazioni benefiche, la Confraternita delle “Quattro Marie”; il forno della Confraternita offriva ai bisognosi farina e pane, in cambio di speciali monete di rame.
Negli anni il forno della confraternita perfeziona la sua arte e nel 1896 nasce la Pasticceria Tre Marie che si afferma per la qualità del suo panettone. Non a caso la Maria centrale, visibile nel logo, tiene in mano proprio un panettone.
Peck
La seconda tappa è Peck, una vera e propria istituzione in città.
Nel 1883 Francesco Peck, un intraprendente salumiere di Praga, decide di aprire una bottega di salumi e carni affumicate a Milano; l’uomo aveva l’ambizione di renderla la più prestigiosa salumeria della città. Peck ci riesce e il suo negozio diviene fornitore ufficiale della casa reale.
Ma a dare un vero e proprio tocco di classe al negozio sarà la famiglia Stoppani che aggiungerà nuove produzioni e punterà su un’offerta di altissima qualità.
A colpire non è solo la storia e la gastronomia di Peck è il palazzo che lo ospita; ammirate l’opulenza di decorazione, testimonianza di sfarzo e ricchezza classici del liberty milanese.
La pasticceria Giovanni Galli
Il tour di Milanoguida permette anche di assaggiare praline e marron glace in una delle pasticcerie storiche milanesi ovvero la Giovanni Galli.
Anche se la vera sede storica della pasticceria si trova in Corso di Porta Romana, la sede di via V. Hugo è ugualmente prestigiosa.
In questa pasticceria lavorò per un po’ Lucia Bosè. Si racconta che Luchino Visconti, frequentatore della pasticceria, appena la vide ne rimase conquistato e la convinse a partecipare a Miss Italia dando così inizio alla carriera dell’attrice.
La galleria Vittorio Emanuele
Dopo una camminata nel centro di Milano si arriva all’interno della Galleria Vittorio Emanuele che permette di conoscere la storia di tre vere e proprie istituzioni del capoluogo meneghino; Camparino, Biffi e Savini.
Il Camparino
Oggi è un punto di riferimento per chi ha voglia di un aperitivo in una location favolosa. All’interno si possono vedere i mosaici originali e il lampadario del secolo scorso.
Mentre del caffè Campari, che si trovava proprio di fronte, abbiamo solo foto storiche e nessun’altra testimonianza.
Il Gran Caffè Biffi
Prima della rotonda centrale della Galleria si trova il Gran Caffè Biffi che incarna l’emblema della qualità e della ricercatezza in campo gastronomico dalla fine del 1800 tanto da essere scelto da casa Savoia come luogo di incontro.
Caffè Bistrot Savini il top nei caffè storici di Milano
Il locale aperto nel 1867 sotto il nome di Birreria Stocker nel 1881 viene rilevato da Virgilio Savini che lo ribattezza e lo trasforma in un elegante Caffè-Ristorante, punto di ritrovo dell’aristocrazia milanese per il dopo-teatro alla Scala e al Manzoni.
Nel 2008 il ristorante viene rilevato dalla famiglia Gatto che lo trasforma nuovamente creando tre spazi: ristorante gourmet al primo piano, bistrot a livello della Galleria e food boutique al piano inferiore.
Tempio dell’ospitalità milanese, qui si sono riuniti personaggi famosi in ogni campo: da Puccini, Mascagni, Boito, Giordano, Verdi, Toscanini, Marinetti – che vi lanciò la cucina futurista – a Boccioni, la Callas, Chaplin, Hemingway, Sinatra.
Sant’Ambroeus
Attraversando Piazza della Scala e oltrepassando Casa Manzoni e la statua di Cristina Trivulzio di Belgiojoso si arriva in Corso Matteotti per scoprire il Caffè Sant’Ambroeus.
Il Sant’Ambroeus conserva al suo interno dei bellissimi lampadari anni ’30, mentre gli arredamenti sono totalmente moderni.
Cosa provare al Sant’Ambroeus? Gli ambrogiotti, finissimo cioccolato ripieno di zabaione, e la loro personale versione della barbagia, bevanda a base di caffè e cioccolata.
Caffè Cova
L’ultima tappa, in Via Montenapoleone, è Caffè Cova.
La sua storia ha inizio nel 1817. Era un Caffè Letterario quando nacque all’angolo con Piazza della Scala.
Giuseppe Verdi era un ospite assiduo, lui che credeva che il caffè fosse “il balsamo del cuore e dello spirito”. Oggi come allora è la pasticceria più nota della città e da qualche tempo il proprietario è un brand con molto gusto: LVMH.
Una bevanda al caffè tutto milanese
La conosciamo col nome di barbaiada o anche barbajada e nel milanese è una bevanda di culto che accompagna le giornate dei meneghini sin dal 1800. Si tratta, di fatto, di un delizioso mix di panna, caffè e cacao amaro, con l’aggiunta di zucchero e latte intero, pochi ingredienti per un drink che scalda e corrobora.
Il nome di questo prodotto sembra venire da Domenico Barbaja, il suo inventore, che passò la giovinezza nei bar milanesi come garzone, per poi diventare agente musicale.
La sua dolce bevanda era la bontà di punta del Caffè dei Virtuosi, un locale sito proprio accanto al Teatro alla Scala, dove gli appassionati di musica potevano sorseggiare una barbajada dopo i concerti.
La ricetta originale della barbaiada milanese pare fosse piuttosto liquida, fatta con latte montato, ma ad oggi, nei caffè meneghini che la servono, la si trova più densa, con l’aggiunta di panna. Di seguito la preparazione tradizionale di questa golosa bibita, che in inverno scalda corpo e spirito, ma si può bere anche fredda in estate.
Per chi desidera avere un’idea più chiara di ciò che propone Milanoguida consiglio di visitare il sito su www.milanoguida.com e di fare una passeggiata virtuale tra le sue numerose proposte.
Post “I caffè storici di Milano” è in collaborazione con Milanoguida