La Fabbrica del Vapore è un grande spazio espositivo e un hub dedicato alla creatività.

Si trova in via Procaccini, tra il Cimitero Monumentale e il quartiere ChinaTown.

Il complesso di edifici nasce dalla riconversione degli spazi dell’ex industria di tram e veicoli su rotaie Carminati e Toselli, da cui il nome ‘Fabbrica del Vapore’.

Lo storico spazio industriale di inizio Novecento in cui si producevano i tram si è trasformato oggi in un luogo dinamico e originale.

Un polo che è diventato sempre più un punto di riferimento per cittadini e turisti internazionali. Un luogo di aggregazione, soprattutto giovanile, che ospita mostre, spettacoli, performance. Dal teatro al design, dalla moda alla danza, dall’arte al cinema e alla fotografia. Con spazi sempre crescenti dedicati a nuove forme d’arte e nuovi talenti.

Con eventi a ciclo continuo e sempre diversi, contando su una superficie di ben 30.000 mq, la Fabbrica del Vapore è un involucro di innovazione e creatività.

E non manca il food. Nel grande cortile esterno il secondo e ultimo sabato di ogni mese, appuntamento con il Mercato della Terra, cibo biologico e a km 0 certificato da Slow Food.

Perché si chiama Fabbrica del Vapore?

La denominazione Fabbrica del Vapore ha una storia curiosa e antica quanto la sua fondazione e un protagonista principale: tutto inizia grazie all’idea imprenditoriale di Giuseppe Vigoni detto Pippo, un importante geografo italiano che a fine Ottocento, di ritorno da un viaggio in America,  affascinato dai primi tram elettrici di Cincinnati, Philadelphia e Chicago, porta quell’innovativa tecnologia di trasporto anche a Milano, città di cui nel frattempo è diventato sindaco.

Nel 1882 autorizza una linea tranviaria sperimentale, il progetto ha successo e così la tranvia si diffonde sempre più capillarmente sul territorio cittadino. Diventa un trionfo anche economico e tra le ditte che lavorano in questo settore, e che quindi si sviluppano enormemente, c’è la Carminati Toselli che, per soddisfare la crescente mole di lavoro, allarga i suoi spazi fino a occupare l’intero isolato compreso tra via Messina, via Procaccini, via Nono e piazza Coriolano.




Qui, nel grande spazio racchiuso da una bella facciata liberty, si alzano giorno e notte gli sbuffi di fumo prodotti dai macchinari industriali: per questo l’enorme capannone di via Messina viene ribattezzato dagli operai con il nome di Fabbrica del Vapore.

L’ascesa della Carminati Toselli proseguì fino al 1935, quando la società fu costretta a chiudere i battenti.

I bombardamenti che colpirono Milano durante la Seconda Guerra Mondiale danneggiarono gli edifici di via Procaccini.

Per anni, dopo essere stata sgomberata dagli ultimi macchinari industriali, l’area venne utilizzata come piazzale da una ditta di autotrasporti.

Gli edifici invece vennero frazionati ed iniziarono ad operare ditte tipografiche, tessili, farmaceutiche.

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La rinascita

Negli anni ’80 il Comune intervenne per la salvaguardia degli edifici, esempi di archeologia industriale milanese, consentendo dal 2002 la realizzazione di un grande centro polifunzionale per la produzione artistica giovanile e la sperimentazione di nuovi linguaggi, saperi e tecnologie conosciuto come Fabbrica del Vapore.

La parte centrale è la Cattedrale, un capannone delimitato da una successione di arcate in mattoni che era destinato all’assemblaggio delle vetture dove due carri ponte ne consentivano la movimentazione per collocarle sui binari.

Nei primi mesi del 2000 l’Amministrazione aprì un bando per la selezione dei soggetti che avrebbero operato all’interno della nuova “Fabbrica del Vapore” occupandosi di design, scrittura e arti visive.

I lavori di ristrutturazione hanno restituito alla città di Milano uno dei suoi luoghi più emblematici.

La nuova “Fabbrica del Vapore” è un incubatore di energie e progetti non convenzionali.

La fabbrica del vapore oggi

La recente riorganizzazione del sistema museale milanese ha riconosciuto alla Fabbrica del Vapore una rinnovata importanza strategica quale centro di produzione culturale, al fine di favorire lo sviluppo di progetti espositivi e performativi, valorizzando in primis l’arte contemporanea, nonché lo sviluppo della creatività artistica giovanile.

“La sua missione è quella di essere un luogo aperto e permeabile, un laboratorio per lo sviluppo e la valorizzazione della creatività, che costituisca uno stimolo e un banco di prova per le generazioni più giovani. Ora vogliamo potenziare la funzione di Fabbrica come incubatore di nuovi progetti culturali sempre più innovativi, offrendo anche attività e servizi di formazione, e valorizzando economicamente i suoi spazi per investire in progetti a sostegno della creatività giovanile”.

ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi.

Marzo 2023 Mostre in corso

SPAZIO MESSINA – fino al 26 Marzo – ANDY WHAROL, la pubblicità della forma

Fabbrica del vapore

Dopo un’assenza di oltre 10 anni, Andy Warhol torna in mostra a Milano raccontato in maniera inedita con oltre 300 opere: l’esibizione dedicata al genio della Pop Art, curata da Achille Bonito Oliva e la collaborazione di Edoardo Falcioni, mira infatti a ricostruire tutti i periodi storici in cui l’artista è stato in grado di innovare la storia dell’arte del Novecento, cimentandosi in diversi ambiti, tra moda, musica e imprenditoria.

All’interno dell’esibizione sono presenti dipinti originali, opere uniche, serigrafie storiche, disegni, polaroids, fotografie e altri veri e propri cimeli, tra cui le cover originali disegnate e autografate da Warhol e la celebre Bmw M1 Gruppo 4 dipinta nel 1979, che partecipò nello stesso anno alla 24 Ore di Le Mans.




CATTEDRALE – fino al 23 Aprile – ZEROCALCARE, DOPO IL BOTTO

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Michele Rech, in arte Zerocalcare, classe 1983, fumettista italiano, è tra le figure più interessanti, complesse e di denuncia della scena culturale contemporanea.

La mostra “Dopo il botto” con oltre 500 tavole originali, video, bozzetti, illustrazioni e un’opera site specific, vuole raccontare la frammentazione sociale all’indomani della pandemia; l’accrescimento delle paure all’epoca di una crisi globale e di un conflitto nel cuore dell’Europa; il forzato isolamento e la solitudine che hanno inevitabilmente generato disgregazione e causato la perdita di contatto con la realtà; la politica e le resistenze.

L’esposizione accoglie in sé due anime, faccia delle stessa medaglia: da un lato i suoi protagonisti, ciascuno emblema di un portato simbolico esistenziale e collettivo di valori legati alla sopravvivenza della propria pelle in un contesto ormai sempre più difficile da vivere; dall’altra ricorda al visitatore che ancora è possibile fare “un pezzo di strada insieme” a chi ha gli stessi obiettivi, nutrire una passione collettiva connessa all’ideale di resistenza politica e ai grandi temi dell’uomo comune di fronte alle prove della vita.

Informazioni utili

La Fabbrica è aperta tutti i giorni dalle 8.00 alle 19.30. Per la visita alle mostre temporanee è sempre bene consultare giorni e orari sul SITO.

Via Giulio Cesare Procaccini, 4, 20154 Milano MI – LA MAPPA

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