Tonnare di Sicilia: non solo Scopello
La Sicilia è un luogo dalle infinite sfumature in cui la storia, con le sue invasioni, la sua arte e le sue testimonianze, si palesa agli occhi degli spettatori silente ed orgogliosa.
Indice
Non si può parlare di Sicilia prescindendo dal suo passato poiché questa terra guarda al futuro restando sospesa tra ciò che era ieri e ciò che è oggi.
Ed è proprio questo che affascina ogni anno migliaia e migliaia di turisti da tutto il mondo: il rapporto tra passato e presente, tra tradizione ed innovazione, fa della Sicilia una tra le mete più ambite dai visitatori in qualsiasi periodo dell’anno.
Emblema di questa premessa sono proprio le tantissime Tonnare di Sicilia, a partire da quella di Scopello, testimonianza di un passato proficuo legato alla pesca e alla mattanza dei tonni.
Tonnare di Sicilia
La pesca con la tonnara (insieme di reti particolarmente conformate che vengono usate per la pesca del tonno rosso) ha origini che risalgono già al periodo bizantino, ma furono gli Arabi che intorno all’anno 1000 ne perfezionarono la tecnica nella fase in cui i pesci vengono sollevati e lavorati.
Nel 1800, si ebbe la massima espansione con la famiglia Florio che arrivò a possedere decine di tonnare siciliane. Numerosi sono gli stabilimenti, anche se dismessi e riadattati, da poter visitare durante le vostre vacanze in Sicilia: toccano le province di Palermo, Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa e Messina.
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La pesca del tonno in Sicilia
Il tonno arriva sulle coste siciliane in primavera e, ricostruendo la posizione delle tonnare storiche, si può anche ricostruire il percorso di questi pesci.
I pescatori, capeggiati dal rais, attendono i banchi di tonni: gli uomini intonano la cialoma, un tipico canto – simile a una nenia – che invoca l’aiuto divino per la pesca.
Reggono le ampie reti che intrappolano i tonni lì dove avviene la mattanza. Armati di arpioni e uncini catturano i pesci stremati, che vengono portati negli stabilimenti per essere lavorati.
Oggi, a causa della diminuzione del pescato, molti stabilimenti sono stati dismessi. Quelli ancora in buono stato sono eccellenti esempi di archeologia industriale.
Altre tonnare, invece, sono andate perdute. I tonni seguivano due percorsi. All’andata, nel viaggio primaverile, attraverso lo Stretto di Gibilterra arrivavano sulle coste della Sicilia per deporre le uova. In autunno, invece, risalivano le coste nel mare Ionio.
Ieri e oggi
Qui un tempo si faticava, si viveva di mare e di pesca, qui i grandi imprenditori come Vincenzo Florio hanno fatto fortuna modernizzando e industrializzando il processo di lavorazione del tonno.
Ora, disseminate lungo la costa dell’isola, le tonnare sono per lo più suggestivi reperti del passato, ormai abbandonati. Ma alcune di loro sono rinate con nuovi propositi, si sono aperte al pubblico, si visitano e offrono ciò che di meglio hanno: una vicinanza meravigliosa al mare, che continua a parlare della loro storia.
Tonnare di Sicilia: Scopello
La tonnara di Scopello è uno di questi posti magici che sembrano appartenere a un altro mondo. Fino a poco tempo fa si raggiungeva solo dal mare, remando. Ora la strada è percorribile anche in macchina,
Costruita nel XIII secolo, fu poi ampliata e modificata più volte nel corso della storia, prima dalla famiglia San Clemente, poi dalla Compagnia di Gesù e infine dalla famiglia Florio, che della pesca e della lavorazione del tonno ebbe una sorta di monopolio.
In un primo tempo il nucleo della tonnara era costituito dalla fabbrica addossata alla roccia e dalla torre per l’avvistamento del nemico. Sotto la gestione Florio vi fu un notevolissimo incremento del pescato. Tra il 1896 e il 1905 il quantitativo dei tonni pescati si aggirava tra i 1043 ai 2480 quintali. Tra il 1922 e il 1962 risulta un pescato medio di 472 tonni.
Negli anni 80 del Novecento fu effettuata l’ultima mattanza.
Visitare la Tonnara di Scopello: spiaggia, museo e prezzi di ingresso
Questo splendido tratto di mare di Sicilia è l’ideale per trascorrere momenti di relax in un luogo meraviglioso e sospeso nel tempo.
Lo sguardo si perde nel blu e forse, tra le onde che si infrangono a riva, ti sembrerà di udire la cialoma, il canto propiziatore dei pescatori che uscivano in mare.
I faraglioni di Scopello, due massicci rocciosi ricoperti dalla vegetazione, sbucano dal mare a pochi metri da riva e rendono ancora più affascinante la baia.
Il prezzo di ingresso alla Tonnara di Scopello è di 10 euro, 15 euro in alta stagione.
La tonnara al mattino apre alle 9 e potrai rimanere fino alle 19 (orario estivo).
All’arrivo noterete subito una lunga fila di vecchie ed enormi ancore, simbolo della vita di un tempo.
Con il biglietto potrete sostare nelle aree aperte al pubblico, rilassarvi sulle sedie a sdraio messe a disposizione e tuffarvi nelle acque cristalline. Vi è anche un bar che offre vino fresco, bibite, pizza e le immancabili arancine.
E’ il posto ideale per fare snorkeling, i pesci che popolano la zona si avvicinano anche a riva.
Nel biglietto è inclusa la visita guidata alla tonnara che si svolge ad orari prestabiliti durante la giornata e dura circa 45 minuti. Durante il tour ascolterete interessanti spiegazioni sulla storia del luogo e sulla pesca dei tonni, visiterete i magazzini e scoprirete i vecchi strumenti della mattanza.
Importante: Non trascurate anche l’ipotesi di ammirare questo luogo dal mare, ogni giorno da Castellammare del Golfo o da San Vito Lo Capo partono diversi tour in barca per la Riserva Naturale dello Zingaro e naturalmente non potrà mancare una sosta nelle acque incantevoli della Tonnara per un tuffo memorabile. Un’esperienza fantastica.
Tonnara di Scopello: dove parcheggiare
Lungo la strada SP 63, sulla sinistra provenendo da Castellammare del Golfo, prima della tonnara, c’è un parcheggio dove parcheggiare al costo di 7 euro al giorno in alta stagione, tariffe ridotte dopo le 15 e gratis in bassa stagione.
Il parcheggio è uno spiazzo sterrato, da cui si prosegue a piedi lungo una stradina bianca.
In caso di persona con disabilità, invece, l’auto potrà arrivare fino alla Tonnara.
Durante la discesa compare il panorama più bello: le case rosse della tonnara, l’azzurro del mare, i faraglioni incorniciati dal verde e dai fichi d’india.
Borgo di Scopello
Prendetevi qualche ora per passeggiare nel Borgo di Scopello, composto dalla parte centrale, il baglio, e da una parte esterna dove si trovano la Piazza Nettuno con al centro la piccola Chiesa di Santa Maria delle Grazie e un abbeveratoio di pietra.
Baglio (bagghiu in siciliano) è un termine risalente all’antica Grecia che, ai giorni nostri, indica un cortile interno ad una corte, ad una fattoria o ad un piccolo forte. In Sicilia è molto diffuso e vi capiterà di trovarne altri.
Il baglio di Scopello è una piccola perla racchiusa in una corte di forma quadrata, alla quale si accede oltrepassando un arco che riporta la scritta Baglio Isonzo. Al suo interno il tempo sembra essersi fermato ed oggi troviamo piccole botteghe artigianali, ristorantini, caffè e negozi di prodotti tipici siciliani.
Godetevi la pace che si respira qui, unita al profumo di pane cunzato che vi farà venire l’acquolina in bocca. Si tratta di un panino appena sfornato e condito con pomodoro a fette, acciughe, sale, pepe, origano, formaggio e olio d’oliva.
Il Ristorante Bar Nettuno si trova proprio nella piazza di Scopello. Si raggiunge facilmente a piedi dopo aver posteggiato nell’area di parcheggio del paese. Il ristorante offre piatti veloci e anche quelli classici, qui trovi panini, pasta e secondi. Da assaggiare il pane cunzato e i piatti a base di tonno, prelibatezza locale.
Cosa fare e cosa vedere nei dintorni della tonnara di Scopello
Vi lascio alcune idee per cosa fare e vedere nei dintorni della tonnara di Scopello.
- Camminare alla Riserva Orientata dello Zingaro, luogo incontaminato che si snoda per 7 km lungo la costa, perfetto per fare trekking tra monti con vista mare e scendere alle numerose calette per un meritato relax tra acque cristalline.
- Rilassarti alla spiaggia di Guidaloca, un lungo arco di ghiaia chiara e finissima, dove potrai scegliere tra spiaggia libera o stabilimenti balneari.
- Passeggiare tra i vicoli di Castellammare del Golfo, scendere le scale panoramiche fino al porto e fermarsi al belvedere prima di arrivare in paese.
Non solo Scopello altre tonnare di Sicilia
Tonnara di Favignana: un po’ di storia
La tonnara di Favignana, 20 minuti di aliscafo da Trapani, per molti anni è stata, grazie alla lungimiranza di Vincenzo Florio, l’unico modo di sopravvivere per le famiglie dell’isola: le donne a terra, gli uomini in mare, d’estate con la mattanza e la lavorazione dei tonni e d’inverno rammendando le reti e curando le barche.
La tonnara di Favignana è stata trasformata in museo che raccoglie vari reperti rinvenuti alle Egadi, come le anfore e altri oggetti di epoca preistorica. Inoltre, una piccola sezione del museo è dedicata alla famiglia Florio.
Invece i magazzini e la zona rimessaggio della bellissima e gigantesca tonnara Florio, tornano in vita come Camparìa (dal siciliano campàri) grazie a un’opera di riqualificazione conservativa, voluta e portata avanti dall’imprenditore Fabio Tagliavia, che sull’isola e a Trapani ha già ristrutturato e recuperato diversi edifici dismessi adibendoli ad attività ricettiva e di ristorazione. La bellezza degli ambienti viene amplificata, di sera, dalla suggestiva illuminazione interna.
Attraversare lo spazio in un susseguirsi di archi è l’occasione di ammirare quel che conserva del suo millenario passato la pietra arenaria delle pareti e delle colonne, con diversi fossili in rilievo, come le conchiglie intrappolate nel materiale di costruzione offerto dall’isola.
Qui è possibile ammirare anche la leggendaria lancia di Franca Florio, lunga sette metri e 20 e costruita da un mastro d’ascia inglese a fine Ottocento, e usata dalla First Lady siciliana per assistere da vicino alla mattanza.
Tonnara di Marzamemi: il mangiare bene
La tonnara di Marzamemi è stata, fin dall’anno Mille, quando fu impiantata dagli Arabi, la più importante tonnara della Sicilia orientale. Il suo nome deriverebbe dall’arabo “marsa al hamem” e cioè rada delle tortore.
Nei secoli crebbe intorno allo stabilimento in borgo, che, come lo vediamo adesso, è di circa metà del settecento: un Palazzo del Principe, una camperà (la Loggia degli sceri), la Chiesa di S. Francesco, il vecchio stabilimento di lavorazione del tonno e una cinquantina di case dei pescatori, che si raccolgono intorno alla grande piazza Regina Margherita.
I vicoli sono ancora impregnati di un gradevole profumo di salsedine e percorsi dalla brezza marina, e sul paesaggio del borgo si stagliano ancora le antiche case dei pescatori, nonché una delle tonnare più grandi e antiche della Sicilia.
Tra le case dei pescatori, proprio sugli scogli, il Cortile Arabo, Osteria di Mare è un ristorante gourmet che dà la possibilità di pranzare e cenare con i piedi nell’acqua. E il mare è protagonista anche dei piatti dello chef Massimo Giaquinta.
Tonnara Florio dell’Arenella: la storia dei Florio
La tonnara Florio dell’Arenella fu probabilmente costruita intorno al XVII secolo, accanto al porto dell’Arenella.
Ma la prima data importante è quella del 1830 quando venne acquistata dal Vincenzo Florio, e completamente ristrutturata sotto la guida dell’architetto Carlo Giachery. Nacque così l’edificio denominato I Quattro Pizzi, una palazzina quadrangolare neogotica, così chiamata per le quattro guglie che la sovrastano.
Nel 1852 Giachery progettò anche il mulino per la macina del sommacco, da cui si estraeva il tannino, allora oggetto di fiorente commercio in Sicilia. Una parte del complesso fu dai Florio adibita ad abitazione per i fine settimana e molte personalità illustri vi furono ospitate, compresa la Zarina di Russia, che se ne innamorò talmente da fare riprodurre fedelmente i “Quattro Pizzi” a Snamenka, vicino a San Pietroburgo, sulle rive del golfo di Finlandia, nel parco della sua residenza estiva di Peterhof.
Approfondisci la storia della famiglia Florio con la recensione a “I LEONI DI SICILIA“.
Finito il periodo di ascesa della famiglia, Vincenzo Florio si ritirò a vivere nella Tonnara dell’Arenella. La tonnara rimase in funzione sino ai primi del Novecento, finché non cambiò la rotta dei tonni, e si chiuse definitivamente l’attività di pesca.
Il post “Tonnare di Sicilia: non solo Scopello” fa parte del progetto editoriale #ripartiAMOitalia