Il Quadrilatero del Silenzio a Milano tra palazzi liberty e curiosità
Milano racchiude, tra le sue tante bellezze, un quartiere chiamato Quadrilatero del Silenzio dove un itinerario a piedi è d’obbligo se volete scoprire una città inedita. Un’oasi di quiete imperdibile dove scoprire palazzi d’epoca trionfo del liberty, dimore storiche nascoste nel verde e curiosità architettoniche uniche.
Indice
- 1 Quadrilatero del Silenzio: come arrivare
- 2 Casa Campanini, un gioiello liberty fuori dal Quadrilatero del Silenzio
- 3 Palazzo di Enrico Zanoni, le belle arti e il gatto nero
- 4 Casa Tensi, sobrietà liberty
- 5 Prima Casa Berri-Meregalli, delizioso esperimento eclettico
- 6 Seconda Casa Berri-Meregalli
- 7 Palazzo Fidia, il palazzo più bizzarro di Milano
- 8 Villa Zanoletti, il piccolo bosco verticale del Quadrilatero del Silenzio
- 9 Villa Necchi Campiglio, dimora anni ’30 all’avanguardia
- 10 Casa Sola Busca, l’orecchio del Quadrilatero del Silenzio
- 11 Villa Invernizzi, i fenicotteri rosa di Milano
- 12 Palazzo Berri Meregalli, palazzo magico nel Quadrilatero del Silenzio
- 13 Piazza Eleonora Duse, una delle più belle piazze a Milano
- 14 Una visita guidata nel Quadrilatero del Silenzio
Il cosiddetto Quadrilatero del Silenzio è una zona residenziale che si estende a est di Corso Venezia, in pieno centro, ma fuori dalle rotte turistiche tradizionali. Qui potrete passeggiare nell’eleganza di vie poco frequentate, tra giardini segreti e facciate decorate opera di architetti illustri, godendo di una città insolitamente quieta e silenziosa. Vi sorprenderete guardando gigantesche cariatidi, fenicotteri rosa, un’inquietante scultura, un enorme orecchio che fungeva da citofono, un palazzo visionario, giardini fioriti e una villa ricoperta di verde smagliante.
Quadrilatero del Silenzio: come arrivare
Sicuramente il punto d’ingresso più maestoso e conosciuto è il gigantesco Arco del Palazzo Buonarroti-Carpaccio-Giotto che si spalanca in Corso Venezia all’altezza della fermata della metropolitana Palestro, proprio di fronte ai Giardini Pubblici Indro Montanelli. Questo scenografico portale, costruito dall’architetto Piero Portaluppi tra il 1926 e il 1930, aveva proprio il preciso scopo di mettere in comunicazione il celebre corso con il nuovo quartiere che era sorto alle sue spalle. Una volta attraversato il grande arco vi troverete nella deliziosa Piazza Eleonora Duse fiorita di rose e cespugli, circondata da palazzi nobili e imboccando via Pietro Cossa entrerete nel cuore del Quadrilatero del Silenzio.
Suggerisco però di compiere l’itinerario in modo anomalo partendo più a sud, e precisamente da via Vincenzo Bellini, per non perdere un gioiello del liberty che rimane un po’ isolato rispetto al resto. In questo caso potrete scendere alla fermata Viale Premuda del tram 9 direzione Porta Venezia, attraversare in pochi passi Viale Bianca Maria e accedere in via Bellini cominciando già in lontananza a intuire la meraviglia.
Casa Campanini, un gioiello liberty fuori dal Quadrilatero del Silenzio
Via Bellini 11
Questa casa vi stupirà perché sembra uscire dal contesto circostante come un rilievo affascinante e romantico. Edificata dall’architetto Alfredo Campanini tra il 1904 e il 1906 rappresenta l’esempio liberty più struggente e nostalgico a Milano. Enormi cariatidi di cemento, opera di Michele Vedani, accolgono i passanti all’ingresso; la facciata si srotola fittamente decorata di fregi e putti con splendide inferriate verdastre ai balconi, opera del Mazzucotelli (il “re” del ferro battuto nel liberty)
Se si ha la fortuna di trovare il portone aperto, con la gentilezza del portinaio, si può ammirare anche l’interno. La portineria è perfettamente conservata con porte in legno e vetri coloratissimi verdi, gialli, rossi e azzurri. Ci sono un porticato riccamente affrescato con mazzi di ciliegie rosse sul soffitto e un glicine imponente che si arrampica sui muri.
Lasciamo questa dimora incredibile apprezzandone anche il lato su via Gaetano Donizetti e proseguiamo dritti fino all’incrocio con Corso Monforte. Qui al civico 43 troviamo un palazzo che merita tutta la vostra attenzione.
Palazzo di Enrico Zanoni, le belle arti e il gatto nero
Corso Monforte 43
Costruito dall’architetto Enrico Zanoni nel 1897, questo edificio presenta in facciata delle specie di sipari decorati da sei figure femminili raffiguranti le Belle Arti. L’insieme offre una visione gentile ed elegante, dai colori tenui e ben modulati, ma c’è un’altra curiosità da notare. Se spostate lo sguardo verso il basso, a livello del marciapiedi, vedrete che su una grata è raffigurato un gatto nero in ferro battuto. La leggenda dice che porti fortuna a chi ci passa accanto. Si racconta che inizialmente il gatto fosse in compagnia di un topolino, scomparso poi negli anni per usura o vandalismo o forse…finito nella pancia del gatto!
Ora torniamo verso Piazza 11 Settembre di fronte a Palazzo Isimbardi e dopo aver guardato la bizzarra scultura sospesa de L’uomo della luce dedicata a tutte le vittime del terrorismo, continuiamo la nostra passeggiata in via Vivaio.
Casa Tensi, sobrietà liberty
Via Vivaio 4
Casa Tensi, costruita nel 1908 su progetto di Ernesto Pirovano, potrebbe passare inosservata perché posta ad angolo e piuttosto anomala nella sua sobrietà. Nessuna decorazione eclatante o colorata, nessun affresco o mattoni a vista, solo un’architettura particolare e signorile. Da notare soprattutto la torretta circolare angolare con la ricca decorazione di foglie che sovrasta il balcone sottostante.
Per apprezzare appieno l’architettura armoniosa di Casa Tensi, malgrado sia stata intaccata dall’aggiunta di un quarto piano in epoca più recente, vi consiglio di osservarla da lontano, al lato opposto del marciapiedi.
Proseguiamo ora in via Vivaio apprezzando alla nostra sinistra l’architettura neoclassica dell’Istituto del Ciechi al civico 7 e giungendo in via Mozart dove inizia propriamente il Quadrilatero del Silenzio.
Prima Casa Berri-Meregalli, delizioso esperimento eclettico
Via Mozart 21
La prima casa che incontriamo è la più piccola delle tre che portano lo stesso nome, tutte opera dell’architetto Giulio Ulisse Arata in questo quartiere. Costruita nel 1911, ha uno stile indefinito poiché riunisce differenti elementi architettonici con un risultato eclettico accattivante. Ci sono pietre grandi e irregolari al piano terra, laterizio rossiccio ai piani superiori, mensole e teste d’ariete nel balcone centrale e le figure di un uomo e una donna in stile rinascimentale a ingentilire il tutto.
Seconda Casa Berri-Meregalli
Via Barozzi 7
Questa casa, realizzata in contemporanea alla prima, è praticamente la sua continuità. Certamente un architetto meno fantasioso avrebbe realizzato un unico palazzo nello stesso stile e invece Arata scinde il progetto in due realizzazioni contrastanti e uniche. Questa casa presenta uno stile più classico, il bugnato rustico al piano terra e teste di animali mitologici, testimoniando la vivacità e la libertà di progetti lasciata in quegli anni dai committenti ai celebri architetti che hanno ridisegnato Milano.
Palazzo Fidia, il palazzo più bizzarro di Milano
Via Melegari 3, angolo via Mozart
Continuando su via Mozart cominciamo a intravedere sulla destra un imponente edificio dalla bizzarra composizione. Si tratta di Palazzo Fidia costruito tra il 1929 e il 1932 dall’architetto Aldo Andreani, genio incompreso delle architetture di quell’epoca. L’edificio non fu infatti molto apprezzato dai cittadini di quegli anni che lo ritenevano troppo anomalo e folle, instabile e poco sicuro per abitarvi. La critica lo definì “un jazz architettonico” a sottolineare l’improvvisazione creativa, “una sarabanda sfrenata” da far girar la testa, “un sonoro ceffone a tutti i bigotti della tradizione”.
Andreani era un coraggioso creativo, amava uscire dagli schemi, ma con Palazzo Fidia forse aveva osato troppo per l’epoca. Oggi questa architettura fatta di cornici, tettoie, ghiere, archi e pensiline rappresenta uno degli esempi più interessanti e curiosi nel panorama degli edifici milanesi.
Una curiosità cinematografica: proprio di fronte al portone il regista Michelangelo Antonioni girò alcune scene del suo primo film “Cronaca di un amore” con Lucia Bosè nel 1950.
Villa Zanoletti, il piccolo bosco verticale del Quadrilatero del Silenzio
via Mozart 9
Non potrete non notare quel gioiello verde che è Villa Zanoletti, meglio conosciuta come Villa Mozart. Il mio consiglio è di vederla in primavera-estate quando le sue mura si ricoprono di fronde verdissime e rigogliose regalandoci un aspetto da fiaba. Un piccolo bosco verticale, precursore dei più noti grattacieli in città. Il progetto iniziale era di Andreani, lo stesso di Palazzo Fidia, che qui si era espresso in maniera più classica e romantica. Pare però, che afflitto da preoccupazioni e depressione legati anche al suo essere eccessivamente visionario, abbia lasciato il completamento dell’opera al Portaluppi, l’architetto autore della prossima splendida villa.
Villa Necchi Campiglio, dimora anni ’30 all’avanguardia
Via Mozart 14
Ed eccoci alle porte di una delle dimore storiche più belle di Milano, Villa Necchi Campiglio. I coniugi Gigina Necchi e Angelo Campiglio, imprenditori nella produzione delle ghise smaltate e delle macchine da cucire, provenienti da Pavia, individuarono proprio questa zona, un tempo occupata da orti e giardini, per la costruzione della loro residenza cittadina. La villa su progetto d’avanguardia di Piero Portaluppi fu costruita a inizio anni ’30 e rappresentava un esempio di gran modernità e innovazione per l’epoca. Pensate che la piscina che ancora potete ammirare in giardino fu la prima privata a Milano e la prima in assoluto ad essere riscaldata.
Se voleste visitare gli interni della villa, potete prenotare QUI. Un percorso che merita almeno due ore del vostro tempo durante le quali i volontari del Fai vi accompagnaranno nelle sale perfettamente arredate ancora con mobilio e suppellettili originali, raccontandovi aneddoti storici sulla vita ricca e riservata dei Necchi-Campiglio e dei loro illustri ospiti.
Sapete che a Villa Necchi fu girato il film “Io sono amore” di Luca Guadagnino? Vi consiglio vivamente la sua visione dopo aver visitato la villa interamente per ampliare e conservare più a lungo la sua magia!
In alternativa, potrete ammirare la villa e il suo splendido giardino esternamente e gratuitamente. Ignorando l’ingresso principale proseguite pochi metri più avanti e svoltate nel vialetto che porta alla Caffetteria interna. Un lungo corridoio fiorito in primavera vi condurrà in un’area dove poter godere di una bella pausa caffè o di un pranzo nei locali dove un tempo c’erano i campi da tennis dei Necchi-Campiglio.
Dopo un ristoro così esclusivo sarete pronti a scoprire la prossima casa, famosa per un dettaglio davvero unico.
Casa Sola Busca, l’orecchio del Quadrilatero del Silenzio
Via Serbelloni 10
Giriamo attorno a Palazzo Fidia, imboccando via Melegari poi via Clara Maffei, ci troveremo di fronte a Casa Sola Busca costruita da Aldo Andreani. L’edificio è monumentale e piuttosto lineare, ma presenta accanto all’ingresso un enorme orecchio bronzeo che sorprende e incuriosisce. Pare si trattasse di una sorta di citofono primitivo per mettere in comunicazione i visitatori con la portineria interna.
C’è un diverbio sulla paternità di quest’opera bizzarra. Alcune fonti la attribuiscono ad Adolfo Wildt, artista soprannominatol’oregiàt per l’alto numero di orecchi che aveva creato nella sua carriera, altre sostengono sia opera di Andreani stesso che di Wildt fu allievo. In ogni caso non potrete sottrarvi alla tradizione leggendaria di sussurrare un desiderio all’orecchio di Casa Sola Busca; pare si avveri!
Alleggeriti da risate e sussurri sotto l’orecchio, proseguite verso via Cappuccini dove troverete le prossime meraviglie.
Villa Invernizzi, i fenicotteri rosa di Milano
Via Cappuccini 7
Noterete capannelli di curiosi o turisti davanti alla cancellata sul retro di Villa Invernizzi, il suo ingresso principale è in corso Venezia 32. Attraverso le inferriate potrete ammirare un’intera colonia di fenicotteri rosa riposare elegantemente nel giardino.
Ma cosa ci fanno qui dei fenicotteri, vi chiederete? Questa villa apparteneva al Cavalier Romeo Invernizzi (quello dei formaggini per intenderci, l’azienda era stata fondata dal padre Giovanni nel 1908), oggi è proprietà della Fondazione Invernizzi, ma purtroppo non è visitabile.
Quando il Cavaliere morì senza eredi, fece aggiungere come nota al suo testamento che gli animali dovevano essere tutelati. Li aveva fatti portare in Italia dall’Africa e dal Cile appositamente perché pare amasse osservarli dal suo studio. Lo rilassavano e gli davano l’impressione d’essere in qualche luogo esotico.
Dopo questa visione leggiadra e rosea, preparatevi a vedere un’architettura splendida ed enigmatica.
Palazzo Berri Meregalli, palazzo magico nel Quadrilatero del Silenzio
Via Cappuccini 8
Poco più avanti lungo la stessa via alziamo gli occhi all’insù per ammirare la facciata del palazzo più inquietante di Milano: Palazzo Berri Meregalli, il terzo edificio costruito da Giulio Ulisse Arata. Possente, monumentale, di un eclettismo esasperato con elementi medievaleggianti, particolari gotici, logge e archi, putti, gargoyle, elementi liberty come mosaici lucenti e ferri battuti del Mazzucotelli. Si potrebbe stare qui ad ammirarlo per lunghi e infiniti minuti e se ne coglierebbero sempre nuovi dettagli.
Avvicinatevi poi all’ingresso pronti a restar a bocca aperta grazie ad una grata che permette ad ogni ora del giorno di coglierne la particolarità. Sembra l’ingresso di un castello o della sede di una setta segreta, cupo esoterico ed inquietante, ma splendido. Mattoni rossi alle pareti e sfarzosi mosaici dorati sul soffitto e sul fondo una curiosa scultura in marmo opera di Wildt: la Vittoria Alata, rappresentata con una testa di donna con il velo e un paio d’ali. Nell’insieme sarete sopraffatti da un’aura misteriosa e magica.
Inquietati e deliziati procediamo verso la fine di questo itinerario in piazza Eleonora Duse che vi regalerà armonia e bellezza certamente più eteree.
Piazza Eleonora Duse, una delle più belle piazze a Milano
La piccola piazza si apre attorniata da quattro palazzi eleganti che ne delineano il perimetro a quadrilatero. Palazzo Civita al civico 2, Palazzo Beato Angelico al civico 3 e altri due pregevoli palazzi in stile neobarocco ai civici 1 e 4. Nel centro l’area verde fiorita ingentilisce le strade poco trafficate e l’assenza di panchine evita bivacchi impropri conferendo l’idea di un giardino magico. Come accennato all’inizio dell’articolo da qui potete ammirare il grande arco del Portaluppi che conduce a Corso Venezia…ma questo è tutto un altro itinerario!
Una visita guidata nel Quadrilatero del Silenzio
Questo itinerario fa parte di un tour più ampio da me ideato, della durata di circa 3 ore. Potrete prenotare QUI l’esperienza durante la quale vi accompagnerò in veste di local appassionata della città.
Il post “Il Quadrilatero del Silenzio a Milano tra palazzi liberty e curiosità” è stato scritto da Désirée Coata per Lunedì a Colazione.
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Ciao sono Désirée Coata, scrittrice, content creator e Instagram specialist. Lavorare con i social coniuga il mio amore per scrittura e creatività con un’empatica propensione alle relazioni. Sono un’instancabile esploratrice di luoghi armata di stupore bambino e cuore emozionato. Creo itinerari urbani per gente curiosa, ho una rubrica noir su delitti e misteri, amo raccontare la mia Milano scrivendo di buio, cemento e beltà.
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Grazie, sarà per me una guida molto utile!
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