Nicoletta Fasani e la moda sostenibile “di periferia”
Designer di moda femminile dal 2010, Nicoletta Fasani è un marchio sostenibile che propone abiti componibili e trasformabili basati su geometrie semplici e materiali a basso impatto ambientale.
Indice
Nicoletta Fasani recupera anche tessuti di fine pezza della grande distribuzione tessile: cotone organico, lino, canapa, cupro, lana biologica, seta di Como, jeans certificato biologico e mischie ampiamente sostenibili, prive di derivati plastici, là dove non è stato possibile privilegiare tessuti monomateriali.
I fornitori sono piccole realtà artigianali situate a Como, Varese, Busto Arsizio, Lonate Pozzolo e in Basilicata.
La storia di Nicoletta Fasani
Dietro Nicoletta Fasani c’è una storia che parte da lontano. Infatti, come racconta la fashion designer, aveva «le mani in pasta sin da bambina», la manualità è sempre stata una sua passione e propensione. Probabilmente ereditata dalla sua famiglia: un nonno artigiano, che confezionava scarpe fatte a mano e su misura, una nonna sarta e anche un nonno pasticcere.
Gli studi, però, sono importanti, così si laurea in filosofia ma continua a fare esposizioni, laboratori per ragazzi e adulti, insegna a cucire alle donne immigrate. In mezzo, anche un corso di orafo. Insomma, c’è tutto questo dietro la nascita del suo marchio che è legato ad un primo abito il bi-niki, e poi il mono-niki e il tri-niki, cioè abiti che si possono indossare in vari modi. Un modo per vestirsi in maniera diversa, indossando lo stesso abito.
L’atelier di Nicoletta Fasani
L’atelier in via Paolo Mantegazza 36, nello storico quartiere di Villapizzone di Milano, è al tempo stesso punto vendita, laboratorio artigianale e spazio eventi aperto al quartiere.
Qui vengono organizzati anche i “Laboratori di Scartoria” per adulti e bambini, durante i quali la designer insegna come recuperare le stoffe di scarto della sua produzione creando originali accessori senza utilizzare ago e filo, ma solo le mani. Un modo nuovo e divertente di interpretare il refashion.
Nella convinzione che “il bello è la conseguenza del giusto” Nicoletta Fasani sostiene progetti di solidarietà in difesa delle donne e dell’ambiente.
Inoltre promuovere l’identità del quartiere attraverso la rete Botteghe aperte assieme agli altri artigiani di via Mantegazza.
La collaborazione con Renoon
Da dicembre 2023, grazie alla collaborazione con RENOON, piattaforma tecnologica italo olandese per la moda responsabile, ogni capo Nicoletta Fasani è dotato di Dpp – Digital product passport: un passaporto digitale con le informazioni dettagliate sulla catena di fornitura del prodotto.
Scansionando un QR Code, si può conoscere ad esempio il fornitore di filo o elastici, il laboratorio di confezione, scaricare la certificazione del tessuto, controllare l’impiego di materiali cruelty free, scoprire come avviene la stampa del catalogo.
Uno strumento di tracciabilità, visibile anche on line nella sezione shop, che garantisce la trasparenza del marchio.
I tessuti e le taglie
L’idea di moda di Nicoletta Fasani è fatta di capi modulari e componibili, ai quali si affianca una linea tradizionale che nasce da forme geometriche semplici e confortevoli.
I tessuti sono scelti con cura, dalla provenienza sicura, sia dal punto di vista sociale che ambientale, cotoni biologici certificati, velluti, seta, lana e viscosa spesso provenienti da rimanenze di stock di aziende tessili italiane. Materiali preziosi sfruttati al massimo, perché lo spreco non è contemplato.
All’inizio, Nicoletta Fasani sceglieva i suoi tessuti nei mercati o da stocchisti. Molte stoffe erano sintetiche, prodotte con metodi di lavorazione che impattano sull’ambiente.
«Di pianeta, però, ce n’è uno solo e tutti dobbiamo fare la nostra parte per rispettarlo:», spiega. «Così mi sono messa a cercare delle alternative ai tessuti sintetici. Ho iniziato a prediligere le fibre naturali e biologiche, per esempio la seta, il cotone organico e la fibra di bamboo. O ancora la canapa e l’ortica, che sono isolanti e proteggono sia dal caldo che dal freddo. Un altro tessuto che amo è il cupro: deriva dal rame, somiglia alla seta ed è perfetto per i clienti vegani, che vogliono vestirsi senza sopprimere i bachi».
I capi di Nicoletta Fasani possono essere indossati da donne di (quasi) tutte le taglie: i suoi capi hanno una vestibilità morbida, pensata per donne di ogni età e che vestono fino alla 52.
I tessuti che questa giovane stilista utilizza sono scelti con cura e provengono da fornitori certificati o made in Italy: è il caso della seta, che viene prodotta da un setificio comasco di antica tradizione ed è di alta qualità. Oppure il cotone organico, acquistato da Nicoletta da un fornitore tedesco, o la canapa, altro tessuto made in Italy. Non solo filati: l’esclusività dei suoi capi è anche nelle stampe, che essendo ideate e disegnate direttamente da Nicoletta sono del tutto esclusive.
La mia esperienza da Nicoletta Fasani
Lo spazio dell’Atelier di Nicoletta Fasani a Villapizzone è un bello spazio accogliente, arredato con gusto e abitato dalle sue creazioni e dal suo laboratorio, in cui produce parte dei suoi abiti, li vende, accoglie i clienti e organizza laboratori speciali.
Dove si respira lo spirito di accoglienza delle botteghe di una volta e tutto l’amore per la creatività che Nicoletta ha ereditato da suo nonno visibile in una foto d’epoca esposta in negozio e in un paio di scarpe esposte in una piccola teca.
Il quartiere Villapizzone di Milano
Villapizzone di Milano è situato nella periferia Nord – Est di Milano.
Il quartiere in origine era un centro abitato separato dalla città di Milano che dopo la seconda guerra Mondiale fu inglobato dalla città.
Dopo un recente rinnovamento della zona i vecchi palazzoni si sono trasformati in loft alla moda, tuttavia mantenendo l’atmosfera da piccolo borgo a se stante e diversificato dalla grande metropoli.
Nonostante sia diversificato dalla città e mantenere il carattere di borgo, il quartiere Villapizzone offre ogni genere di servizio, non mancano infatti piccoli bar antichi e botteghe, legate all’anima storica di questa zona, uniti ad elementi più moderni come efficienti trasporti e la vicinanza al Politecnico.
La chiesa parrocchiale e Villa Radice Fossati
Il centro storico del borgo è raccolto alla chiesa di San Martino in Villapizzone. Tale costruzione sorge nell’area dove si costruì un primo edificio religioso presumibilmente nel VI secolo. L’edificio disponeva di un’antica navata, longitudinalmente organizzata in tre campate uguali, sulle quali davano un’abside quadrata e cappelle rettangolari. Elevandosi fino all’altezza della chiesa, il campanile era basso e sprovvisto di campane, sistemato su due pilastri all’ingresso della chiesa.
Di fronte alla chiesa si trova Villa Radice Fossati, residenza di campagna della famiglia patrizia eretta a metà Ottocento. Nel 1932 diventò sede di un istituto di rieducazione delle Suore Stimmatine. All’inizio degli anni ’70 venne occupata da alcuni gruppi giovanili che, nel giro di pochi anni, portarono la struttura al degrado più totale. Fu grazie a una comunità di gesuiti e al contributo di persone a loro vicine che Villa Radice Fossati venne ristrutturata per ospitare la Comunità di Villapizzone.
Il post “Nicoletta Fasani e la moda sostenibile “di periferia”” è in collaborazione con Nicoletta Fasani