Milanoè una città che stupisce ogni volta che la guardi. Soprattutto se la guardi cercando particolarità, stranezze o cercando tesori preziosi che in pochi conoscono.
Questo, ed esempio accade se si cerca di visitare Milano per scoprire le opere e i capolavori del grande maestro Arnaldo Pomodoro.
In questo post, seguendo la vita e le opere del grande scultore italiano, si può fare in viaggio tra le strade, le botteghe e i palazzi che ospitano le sue opere.
Pronti a scoprire uno degli scultori più affascinanti della nostra epoca contemporanea.
Vita di Pomodoro
Arnaldo Pomodoro nasce a Morciano di Romagna nel 1926 da una famiglia piccolo-borghese che lo vorrebbe dottore, ma non può che arrendersi di fronte alla sua passione per forme e volumi.
A mettere d’accordo la fantasia e le mani sono dapprima i castelli di sabbia che costruisce sulle spiagge riminesi, poi i ciottoli raccolti sulle sponde dei fiumi, che ai suoi occhi di bambino appaiono come resti di un’architettura che non c’è.
Proprio l’architettura è la carriera che ha in mente quando prende il diploma di geometra ed entra nel Genio Civile, a Pesaro. È il dopoguerra e c’è un paese in macerie da rimettere in piedi.
Ma l’arte ben presto lo richiama a sè: Pomodoro trascorre giornate intere in biblioteca a sfogliare libri e a sognare.
Se da ragazzino erano gli Ittiti e i Sumeri ad ispirarlo (i suoi primissimi lavori hanno un sapore arcaico, che ricorda le tavolette mesopotamiche e i papiri egizi), è l’incontro con Paul Klee a segnarlo definitivamenteoltre che l’amicizia fraterna con Lucio Fontana.
Comincia a disegnare rielaborando le sue immagini, e già si intuisce in nuce quello che diventerà lo stile di Arnaldo Pomodoro, unico e inconfondibile, e tanto presente nella città di Milano, che lui da adulto sceglie come casa.
Arnaldo Pomodoro è un’artista ancora vivente e che nonostante l’età opera nel suo atelier.
La produzione scultorea
La produzione scultorea è una costante dell’arte di Pomodoro.
Le prime sculture sono di piccole dimensioni: Pomodoro lavora sulla deformazione di solidi geometrici, sfere, coni, cubi, per scoprire cosa si racchiude all’interno. Le prime opere erano dei veri e propri gioielli.
Poi l’artista passa alle grandi dimensioni e si focalizza soprattutto su dischi e sfere.
Il primo esempio è una commissione di oltre tre metri per l’Expo di Montreal, chiamata la Sfera grande. Vista l’imponenza delle strutture, queste vengono realizzate per spazi aperti: è così che le piazze di Milano, Brisbane, Copenaghen, Los Angeles, Darmstadt si animano delle sue opere.
Lo studio della sfera, una ricerca su cui lavorano anche Moore e Fontana, è un punto fisso nell’arte di Pomodoro: egli le lacera, come a voler svelare ciò che contengono all’interno.
Non mancano tuttavia realizzazioni di bassorilievi, colonne e murales e addirittura facciate di palazzi.
La Fondazione
La Fondazione Arnaldo Pomodoro è stata voluta dall’artista dalla quale prende nome e costituita nel 1995. Il compito che si prefigge è di garantire la conservazione e la valorizzazione della sua opera artistica. Si tratta di una vera e propria “Casa della Scultura”, un luogo aperto alla rilettura dell’arte del Novecento, uno spazio collettivo di esperienza viva per tutti coloro che amano l’arte.
Nei suoi oltre vent’anni di attività la Fondazione si è progressivamente trasformata, cambiando sede espositiva a seconda delle esigenze: dal 1999 al 2004 è una vecchia fabbrica di bulloni a Rozzano, nell’hinterland milanese; dal 2005 al 2011 una delle officine della ex acciaieria Riva&Calzoni di Via Solari 35 a Milano; dal 2013 uno spazio di via Vigevano 9, adiacente allo Studio e all’Archivio dello scultore.
Una chicca da non perdere è la possibilità di entrare nella Fondazione, con visita guidata e aperitivo tutti i mercoledì alle 18,30, così da creare un momento conviviale tra appassionati, curiosi, cittadini e viaggiatori che hanno voglia di scoprire la vita e le opere del maestro partendo proprio dal suo studio.
Ciò significa anche vedere il suo laboratorio, i suoi attrezzi e immergersi letteralmente nelle sue opere e nella sua arte.
Il Labirinto
Il Labirinto Arnaldo Pomodoro a Milano è una incredibile installazione che è stata costruita in sedici anni e che si va a sviluppare per circa centosettanta metri quadrati.
In un arco temporale che parte dal 1995 e che ha il suo termine nel 2011, Arnaldo Pomodoro lo volle realizzare proprio come sintesi e riflessione del suo percorso di artista.
Addentrarsi, pertanto, nel labirinto di Pomodoro a Milano equivale a compiere un viaggio che consentirà di effettuare esplorazioni uniche in quelle che sono le esperienze umane.
Posizionato in zona Tortona, in quelli che erano gli spazi ipogei dell’ex Riva Calzoni, oggi Showroom Fendi, il labirinto di Pomodoro, dunque, consente al visitatore di poter entrare in sintonia con la misteriosa e magica mente del maestro. Ovvero, potete compiere un percorso che è caratterizzato da rielaborazioni di sculture già note e forme che sono ancora in divenire.
L’environment e` ispirato all’Epopea di Gilgamesh, primo poema epico della storia dell’umanità, inciso su undici tavolette d’argilla in caratteri cuneiformi.
Se siete interessati a Milano e Arte consultate la sezione dedicata su #lunedìacolazione
Pomodoro in città
Ma dove è possibile vedere opere di Arnaldo Pomodoro in giro per la città di Milano ?
Qui in breve itinerario per ammirare l’arte pubblica e privata del grande maestro.
Piazza Meda – il Grande Disco, installato durante la notte per donarlo, in maniera vera e propria, il girono seguente alla città. Quest’opera cambia insieme al sole: per questo ogni momento è quello giusto per fermarsi ad ammirarla.
Casa Museo Poldi Pezzoli – La sala delle Armi è stata realizzata, con nicchie lungo i muri, da Arnaldo Pomodoro.
Gallerie d’Italia – In uno dei cortili è custodita la scultura Disco in forma di rosa del deserto.
Museo del ‘900 – si trovano al suo interno la colonna del viaggiatore del 1959 e la Sfera n.5 del 1965.
Il post “Arnaldo Pomodoro e la città di Milano” è in collaborazione con la Fondazione Pomodoro