Nascosto tra le dolci colline della Sicilia occidentale, Salemi è un borgo affascinante che merita di essere scoperto.

Spesso trascurato dalle rotte turistiche più comuni, questo piccolo gioiello offre un’esperienza autentica e unica, lontana dal turismo di massa.

Il borgo di Salemi, dal 2020 annoverato “tra i più belli d’Italia”, offre un itinerario intriso di storia e tradizioni. D’estate il borgo si anima con un ricco cartellone di appuntamenti

Salemi borgo

Un tuffo nella storia di Salemi

Salemi sorge dove un tempo c’era l’antica Halicyae, Alicia, e dopo essersi sottomessa volontariamente ai romani fu dichiarata città libera ed immune dal pagare le tasse. Dopo le incursioni dei vandali, visse un periodo di pace sotto il dominio dei Bizantini.

Nell’827 arrivarono gli Arabi che, oltre a favorire lo sviluppo economico ed agricolo, cambiarono il nome in Salemi. Toponimo che potrebbe avere origine da Saleiman, in memoria del figlio del generale arabo che sottomise Alicia, da Salam o Salem che significano rispettivamente città salubre e pace.

Salemi si sviluppò ulteriormente sotto il dominio dei Normanni (1077) che costruirono il castello. Poi il potere passò dagli Svevi agli Angioini che ridussero alla fame la città. Venne fortificata dagli Aragonesi e fu infine governata dai Borboni fino all’arrivo di Giuseppe Garibaldi che qui si recò dopo essere sbarcato a Marsala.

Egli il 14 Maggio 1860 si proclamò conquistare della Sicilia in nome di Vittorio Emanuele Re d’Italia e innalzò sulla cima della torre cilindrica del castello la bandiera tricolore. Anche se solo per un giorno Salemi fu la prima capitale d’Italia.

Il castello normanno-svevo e la chiesa madre

La presenza di un castello normanno-svevo, risalente al XII secolo, domina il centro storico e offre una vista mozzafiato sulle campagne circostanti. Passeggiando per le sue stradine strette e tortuose, ci si imbatte in chiese barocche, antiche porte cittadine e suggestive piazzette, testimonianza di un passato ricco e variegato.

Il castello risalente al 1070-1113, ha forma trapezoidale con corte rettangolare e tre torri angolari. Sull’acropoli della città sorgeva l’ex chiesa Madre, dedicata a San Nicola di Bari, forse nel sito di un preesistente tempio pagano, poi divenuto moschea. La costruzione fu completata nel 1761. L’architetto Siza Viera ha lasciato i ruderi dell’abside come fondo scenico della piazza a memoria del terremoto.

Delle quattro torri originarie, elementi integranti di un complesso sistema di avvistamento e di difesa, rimangono solo tre, due quadrangolari ed una rotonda, più alta e mastodontica. Esse abbracciano un’ampia corte ed un giardino, restando in comunicazione tra loro tramite camminamenti in parte sotterranei ed in parte ricavati nello spessore dei muri possenti.

Sempre su Piazza Alicia si trovano i suggestivi resti dell’ex Chiesa Madre, fortemente danneggiata dal terremoto del 1968. Ormai un monumento che ricorda la tragedia.

Lungo la Via Francesco D’Aguirre sorge l’ex Collegio dei gesuiti, che ospita il Museo civico di Arte Sacra, dove sono esposte le opere provenienti dalle chiese distrutte dal terremoto.

Da non perdere: Oltre al castello normanno, Salemi conserva ancora le tracce della dominazione araba, rintracciabile nel centro storico del piccolo quartiere “Rabato”, fatto di stradine strette, vicoli ciechi e ripide scalinate. Da vedere assolutamente anche lo storico quartiere ebraico, quello della “giudecca”.

Cultura e Tradizioni: il cuore di Salemi

Uno degli aspetti più affascinanti di Salemi è la sua capacità di mantenere vive tradizioni secolari. Il borgo è famoso per la Festa di San Giuseppe, durante la quale le strade si riempiono di altari votivi, noti come “cene”, decorati con pane modellato in forme artistiche. Un altro evento imperdibile è la Sagra del Pane, che celebra l’antica tradizione panificatoria del paese.

Salemi è anche conosciuto per il Museo della Mafia, una visita che offre una riflessione profonda su un tema complesso, attraverso un approccio storico e culturale.

Museo del pane

Un caratteristico spazio in via Cosenza 26 annovera le più antiche tradizioni e feste siciliane legate al pane. Molte di queste sono andate perse, ma il museo le conserva ancora con un ciclo che inizia il 17 gennaio e finisce a Natale. È diviso in due sezioni: pani della tradizione salemitana e pani della tradizione siciliana per un totale di circa 1.000 forme. I pani di San Giuseppe, destinati ad addobbare gli altari votivi delle Cene, hanno forma di fiori, piante, animali, strumenti da lavoro e dei principali simboli cristiani. E c’è anche l’allestimento integrale della cosiddetta “cena” tipica del 19 marzo, giorno dei festeggiamenti di San Giuseppe. È aperto ogni giorno dalle 10 alle 20, ingresso con offerta libera.

Salemi borgo

Museo della mafia

Ideato da Oliviero Toscani, il percorso del Museo inizia con dieci “cabine elettorali” che ripropongono i diversi aspetti legati agli elementi di Cosa Nostra;

  • le stragi
  • il rapporto della Mafia con la religione
  • le intimidazioni
  • la gestione dell’energia e dell’acqua
  • per poi arrivare a temi come il carcere
  • il ruolo della famiglia
  • la politica
  • l’informazione
  • e la sanità.

Il Museo prosegue poi con la sala chiamata “Palermo felicissima”, nella quale Cesare Inzerillo ha riprodotto un vero e proprio abuso edilizio che culmina nella mummia di un morto ammazzato dalla mafia incastonata in un pilone di cemento.

Ai lati del tunnel si trovano da una parte le fotografie della Palermo devastata dall’edilizia abusiva, mentre dall’altro sono posizionate le immagini di quando era considerata una tra le città più belle del mondo.

Di seguito si trova la Sala dell’Abusivismo Edilizio, sala allestita con mummie di Inzerillo che rappresentano i cadaveri legati a Cosa Nostra, ancora aggrappati ad una vita presunta.

Nelle sale successive, un labirinto conduce alla “Sala della Cronostoria”, in cui è riprodotta cronologicamente la storia di Cosa Nostra. Una serie di pannelli riproducono le prime pagine dei quotidiani che riportano i più significativi eventi degli ultimi 150 anni di Mafia.

All’interno del Museo si trova poi la “Sala delle Pale Eoliche”, in cui al posto del pavimento è posizionato un manto erboso, e sulle pareti vengono proiettati i paesaggi devastati dall’eolico, impresa in cui la mafia ha potuto espandersi indisturbata.

Importante da sapere

Il Museo, dedicato a Leonardo Sciascia, è stato concepito, apposta, per scioccare e può far star male chi non è abituato, come i cronisti o gli investigatori, a vedere cadaveri per terra crivellati di colpi di lupara.

Nello stesso complesso, quello dei musei civici di Salemi sono presenti il museo di Arte Sacra, quello archeologico, quello dedicato al Risorgimento e la zona relativa alla Casa di Loreto riccamente affrescata.

Salemi: un paradiso per gli amanti della natura

Oltre al suo patrimonio storico e culturale, Salemi offre una natura rigogliosa e incontaminata. I dintorni del borgo sono ideali per escursioni e passeggiate, con percorsi che si snodano tra vigneti, uliveti e panorami mozzafiato. Gli amanti del trekking possono avventurarsi fino al Monte delle Rose, una vetta che regala una vista a 360 gradi su tutta la Valle del Belice.

Come raggiungere Salemi e dove alloggiare

Salemi è facilmente raggiungibile da Trapani e Palermo, con strade panoramiche che rendono il viaggio parte dell’esperienza.

Per chi cerca un’esperienza autentica, consigliamo di alloggiare in uno dei B&B locali o agriturismi. Nei quali è possibile gustare la cucina tipica siciliana a base di prodotti locali, come l’olio d’oliva e il vino.

Sagre

A Salemi ci sono diverse pietanze tipiche, che vengono “onorate” durante le sagre.

Famosa è quella della busiata, che è un tipo di pasta fresca che somiglia ai fusilli e ai bucatini, condita con diversi sughi. Si svolge di solito nella prima decina di Agosto.

I dintorni di Salemi


Dopo la scoperta del borgo vale la pena spostarsi anche di pochi chilometri per immergersi in alcuni interessanti siti archeologici come quello di Mokarta dove sono stati scoperti una necropoli che ospita circa un centinaio di tombe scavate nella roccia, ed un insediamento risalente alla tarda Età del Bronzo. Vi si trovano poi anche i ruderi di un castello arabo normanno nonché di mura di antiche abitazioni sul Monte Polizo.

In contrada San Miceli c’è anche una basilica paleocristiana risalente al III-IV secolo d.C. A poco più di 7 chilometri si trova Gibellina, che nel 1968 venne distrutta da un violento terremoto spazzando via l’antico centro agricolo di origine medievale. Quella che si ammira oggi è una città-giardino con grandi vie ed ampi spazi e la grande Stella, un’enorme struttura simbolo di rinascita, che funge da porta della città nuova ed è visibile da molto lontano.

Gibellina è un museo dell’architettura e dell’arte moderna: ne sono un esempio, oltre alla Porta Belice, la Chiesa Madre, i Giardini Segreti, Piazza XV gennaio 1968 con la Torre Civica-Carrilion, e tante altre opere.

Conclusioni: Salemi, una scoperta imperdibile

Salemi è davvero un borgo al centro della storia.

La sua equidistanza da Selinunte, Segesta, Erice e Scopello e tutte le località raggiungibili in pochi minuti d’auto, ne fanno un ideale punto di raccordo per chiunque voglia programmare indimenticabili escursioni.
Inoltre, la città di Salemi fa parte dei “Borghi più belli d’Italia”.

Se questa guida su “Salemi: il borgo siciliano che non ti aspetti” vi è piaciuta, non perdetevi le mie guide su BORGO PARRINI, ERICE o FAVARA.