Sospettata di tendenze saffiche e di pratiche magiche, finì la sua vita nell’isolamento più totale dopo essere stata il centro dei salotti mondano d’Europa.
La prima statua di una donna a Milano
Lo scorso settembre a Milano è stata inaugurata la prima statua dedicata a una donna. Si tratta appunto di Cristina Trivulzio di Belgiojoso, una figura centrale della storia del Risorgimento italiano.
Cristina di Belgiojoso è stata una donna straordinariamente avanti per i tempi in cui è vissuta.
Si è sposata a sedici anni e si è separata a venti. Ha ospitato nei suoi salotti personalità di spicco delle guerre d’indipendenza e nel 1840 aprì una scuola per bambini poveri a Locate Triulzi, vicino Milano.
Di fronte a casa dell’autore dei Promessi Sposi oggi viaggiatori e milanesi possono ammirare la statua di Cristina di Belgiojoso; si trova nella centralissima piazzetta di Belgiojoso, a pochi passi dal Teatro la Scala e Galleria Vittorio Emanuele.
Più strade e vie intitolate a donne
L’opera, realizzata dallo scultore Giuseppe Bergomi, è a oggi l’unica delle 121 statue presenti in città dedicata a una donna. Arriveranno a breve una statua dedicata all’astrofisica Margherita Hack e una dedicata ad Anna Kuliscioff, madre del socialismo italiano.
Ad oggi Milano rappresenta un’eccezione positiva per quanto riguarda la toponomastica inclusiva. L’amministrazione Sala ha infatti dichiarato di voler fare uno sforzo in tal senso e di voler dedicare sempre più vie e piazze a donne.
“L’iniziativa, che celebra una donna di cultura, determinata e che si è battuta per la libertà. Sarà certamente la prima di tante azioni future come questa e con cui Milano rende omaggio alle figure femminili che hanno promosso valori di generosità e intraprendenza rendendo migliore la nostra città”
il commento di Anna Scavuzzo, vice sindaco di Milano.
Il libro “La principessa del Nord”
Eroina del Risorgimento, liberale e antiaustriaca, colta, intelligente, pragmatica, coraggiosa riformatrice, sostenitrice della parità dei sessi, giornalista di successo, autentica “prima donna d’Italia” come la definirono Giuseppe Garibaldi e Carlo Cattaneo.
Cristina Trivulzio principessa di Belgioioso scandalizzò la società di metà Ottocento con il suo spirito brillante; in un’epoca in cui alle donne era consentito al massimo confezionare coccarde tricolori.
Fu una vera “madre della patria“, ma è stata cancellata dalla storia: le donne non le perdonavano la bellezza, gli uomini l’intelligenza. Quella che era stata la regina dei salotti politico-culturali parigini, la cui misteriosa sensualità affascinò tra gli altri Balzac, Liszt, Chopin e Hugo, fu calunniata e dimenticata.
Nelle pagine “La principessa del Nord” Arrigo Petacco restituisce a questa figura affascinante il ruolo e il valore storico che le spettano; quello di una protagonista della rivoluzione italiana del 1848, pronta a rompere tutti gli schemi, in privato come in pubblico.
La vita pubblica e privata
Cristina Trivulzio di Belgioioso nacque Milano il 28 giugno 1808 e lì morì il 5 luglio 1871. Benché nobile per nascita (i Trivulzio erano una nota famiglia aristocratica milanese) divenne principessa a seguito del matrimonio con il giovane e avvenente principe Emilio Barbiano di Belgioioso; uno scapestrato, che dilapidò una bella fetta del patrimonio della moglie e che le trasmise anche la sifilide.
Questa donna, che fu una delle più importanti figure del nostro Risorgimento, é quasi sempre dimenticata.
Forse questa trascuratezza é dovuta al sesso, ma se si guarda bene la sua vita, di cui Arrigo Petacco ha scritto ampiamente, si potrà notare che vi sono altri motivi, ben più rilevanti.
Già alla sua epoca le donne non le perdonavano la sua notevole eleganza e gli uomini la sua prodigiosa arguzia. Ma c’é ben altro in questo personaggio che oserei definire unico, nato probabilmente troppo presto (sarebbe stato meglio accolto nella seconda metà del secolo successivo).
Istruzione per tutti
Benché nobile e ricchissima era convinta che solo con l’istruzione dei contadini presenti in uno Stato avrebbe potuto dar corso alle riforme che gli erano necessarie e che potevano così essere comprese da tutti.
Per quanto questo straordinario principio fosse all’epoca non solo bel lungi dall’essere messo in pratica, ma nemmeno ipotizzabile, lei diede prova che poteva essere realizzato e così nella sua proprietà di Locate creò una scuola pubblica, aperta anche alle donne.
Per chi deteneva le leve del potere, e non si trattava solo della corte di Vienna, ma anche di milanesi illustri, la cosa non garbò, tanto che Alessandro Manzoni, sì il celebre scrittore, considerò questa iniziativa un evidente sintomo della follia di Cristina.
In effetti, chi portava avanti idee avveniristiche, allora come oggi, era visto come un essere non in pieno possesso delle facoltà mentali, soprattutto da quelle menti ristrette e bacchettone, fra le quali possiamo annoverare anche Manzoni, che a quei tempi pretendevano di imporre il loro grigio e monotono stile di vita.
Perchè è importante conoscere la storia di Cristina di Belgioioso
Carbonara, antiaustriaca, egalitaria con idee che si potrebbero definire socialiste Cristina Trivulzio aveva tutto quanto per indispettire chi comandava e per quanto abbia dato un notevole contributo al nostro Risorgimento non ha risparmiato nei suoi scritti accuse ai politici, avulsi dalla realtà, come oggi, e tesi solo al predominio del loro interesse.
Ci servirebbe una Cristina Belgiojoso anche oggi.
Scriveva senza remore, diceva sempre ciò che pensava – e pensava bene -, mettendo in piazza tutto quanto non era di dominio pubblico (e non erano sciocchezzuole); ecco perché nella statua in Piazza Belgioioso è ritratta con libri, lettere e penna d’oca per scrivere.
Insomma é facile ora comprendere perché una simile protagonista non abbia ancor oggi il rilievo che meriterebbe e una riprova ulteriore è data dal fatto che al suo funerale non presenziò nessuno dei politici di quella Italia che lei, disinteressatamente e con passione, aveva contribuito a unire.
Ripeto che era nata troppo presto, ma non è troppo tardi per riconoscerle quegli onori che tanto meriterebbe.
Così la biografia di Petacco é puntuale e ci aiuta a comprendere la meravigliositá di questo personaggio così vulcanico e così importante per la storia e non solo quella milanese.